Questo Toro è forte e a dirlo senza se e senza ma è il campo. Se ne sta beatamente accomodato in cima alla classifica mantenendo quattro punti di distanza dal Verona, la prima inseguitrice. I granata hanno una partita in sospeso con il Padova a causa del black out dell’Euganeo ed attendono che vengano verificati i fatti che hanno causato il problema all’impianto elettrico e che il giudice decida se la società veneta ha responsabilità oggettive o meno. Certo c’è la seccatura che se il giudice non dovesse prendere una decisione prima di mercoledì, nella giornata odierna sono attesi sviluppi, dovranno sobbarcarsi all’incirca quattrocento chilometri, per la sola andata, per giocare 14 minuti e 10 secondi più recupero per terminare la gara, ma a parte il giramento ….. più che altro per l’assurdità e per il fatto che così non si può preparare normalmente la prossima trasferta di Modena, il Torino può permettersi di essere superiore, non per boria, ma per punti in classifica, anche a questo increscioso contrattempo.
Tanto per mettere ben in chiaro quanto il Torino valga: ha battuto Verona (secondo), Pescara (quarto), Reggina (sesta), Varese (settimo), Grosseto (ottavo), Sampdoria (nona), Juve Stabia (decima), Vicenza (dodicesimo), Empoli (quindicesimo), Livorno (sedicesimo), Nocerina (ventunesima) e Ascoli (ventiduesimo); ha pareggiato con Sassuolo (terzo), Cittadella (undicesima), Crotone (tredicesimo), Bari (quattordicesimo) e Brescia (diciottesimo); ha perso con il Gubbio (ventesimo); ha in sospeso la gara con il Padova (quinto); deve ancora giocare con Modena (diciannovesimo) e AlbilnoLeffe (diciassettesimo). I risultati più evidentemente di così, anche per chi non è esperto di calcio, non potrebbero rendere lampante la situazione.
Senza montarsi la testa perché mancano ancora ventitre partite più un pezzettino al fatidico ventisette maggio, ultima giornata di campionato, è doveroso iniziare a dire che il Torino giorno dopo giorno sta risvegliandosi dall’incubo nel quale era sprofondato. Il merito di questa iniziale rinascita è di Giampiero Ventura vero e proprio deus ex machina (nel teatro greco antico quando un dio interveniva sulla scena per risolvere una situazione intricata e all’apparenza senza possibile via di uscita lo si faceva entrare in scena su una rudimentale gru azionata da funi e argani, di qui l’utilizzo di machina che vuol dire macchina-marchingenio, ndr), anche se lui non vuole che lo si dica perché ritiene che i complimenti dovranno essere fatti solo se il Torino riuscirà a dimostrare di potersela giocare con dignità con qualsiasi squadra di serie A e di stazionare stabilmente nella massima categoria. Gli applausi vanno fatti anche a tutti i giocatori indistintamente che hanno capito che prima di tutto viene il bene del Torino e di conseguenza anche il loro. Non vanno scordati tutti gli uomini dello staff tecnico e medico che quotidianamente svolgono un lavoro oscuro per far si che i calciatori possano dare il massimo in campo. Infine alla dirigenza va riconosciuto che gli errori del passato sono stati recepiti, ora serve un passo successivo che porti la squadra a ottenere risultati positivi con continuità, è un compito difficile ma allo stesso tempo rappresenta una sfida entusiasmante che se sarà vinta farà ritornare in tutti l’orgoglio di dire con a voce alta e fiera: io sono uno del Toro.
[Elena Rossin – Torino : Fonte: www.torinogranata.it]
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