Toro, mercato: far tesoro delle difficoltà del passato

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Sollecitare che al più presto arrivino i necessari rinforzi per adeguare la rosa alla serie A non è puntare il dito contro la dirigenza accusandola di non agire abbastanza perché è obiettivo che quest’anno il calciomercato è oltremodo difficile e lo si tocca con mano tutti i giorni: tante parole, trattative che si protraggono per le lunghe e pochi fatti. Galliani lo ha chiaramente detto al raduno del Milan: “Le difficoltà sul mercato? È un problema del Paese, è un problema di fatturato dei club italiani, nei club spagnoli, ad esempio, non esiste nessuna mutualità, una volta i cosiddetti top player venivano in Italia perché c’erano delle risorse. Se si guardano le quattro squadre che sono arrivate in fondo alla Champions, come fatturato ben tre sono ai primi tre posti in Europa e il Chelsea è comunque lì. E’ cambiata la vita, è cambiato il Paese e l’economia dello stesso”. Quindi se la strada è in salita per il Milan, figuriamoci per il Torino neo-promosso e con risorse finanziarie di tutt’altra consistenza.

Sollecitare i rinforzi è da una parte un incoraggiamento a trovare le soluzioni idonee, magari arrivando persino ad inventarsene di nuove, per ottenere i giocatori che interessano e dall’altra è un invito a fare tesoro delle difficoltà del passato e ad evitare di rifare gli errori commessi che si sono rivelati deleteri non solo perché la squadra ha militato per tre stagioni in serie B, ma anche perché questo ha comportato minori introiti e difficoltà assortite a tutti ben note. Accelerare in sede di calciomercato porrebbe il Torino al riparo dal rischio di vedersi soffiare da altre società calciatori che sarebbero utili al modo di giocare dell’allenatore e che da tempo sono stati individuati per rafforzare la rosa. Canini seppur fra vari tira e molla sembra vicino dall’accasarsi al Genoa, ad esempio. Rossettini è andato al Cagliari. Magari nessuno dei due giocatori era in cima alla lista di quelli richiesti da Ventura, ma comunque interessavano al Torino.

Sembra ormai il classico tormentone estivo che dopo qualche volta che lo si è sentito non si riesce più a togliere dalla testa, ma affermare che alla rosa del Torino mancano ancora almeno un difensore centrale e un terzino sinistro, soprattutto se Rubin non dovesse restare, un centrocampista, quattro esterni alti e un attaccante è il minimo sindacale senza il quale la permanenza in A sarebbe una chimera e non dipenderebbe dall’impegno e dalla bravura né dell’allenatore né dei giocatori che già ci sono. La squadra partirà per Sappada venerdì e tutti hanno ben presente la promessa di Cairo fatta alla fine del campionato scorso: “Darò a Ventura l’ottanta per cento della squadra per l’inizio del ritiro”, non è facile mantenerla, ma il presidente deve provarci a tutti i costi, i vari Gazzi, Mesbah, Ljajic, Sansone e forse anche Maxi Lopez, pur se per quest’ultimo la Sampdoria è in vantaggio, con uno sforzo possono diventare giocatori del Toro.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]