Toro, Ogbonna e Bianchi: è ora di fare chiarezza!

Ogbonna e Bianchi, le due colonne portanti del Torino, sono il tormentone estivo dei tifosi. Vanno via o rimangono? Tutti e due o uno solo? Non c’è giorno che passi senza indiscrezioni, smentite, voci sussurrate o mezze dichiarazioni, non dei diretti interessati che hanno preferito la strada del silenzio, per non correre il rischio di fraintendimenti che potrebbero compromettere trattative in corso o creare false illusioni. La società quando ha parlato pubblicamente non è stata per nulla chiara, perché da una parte c’è la volontà di cedere i due giocatori per incassare del denaro e dall’altra la consapevolezza che privarsene sarebbe un danno sportivo, visto che difficilmente potrebbero arrivare, contenendo i costi, giocatori di ugual livello, e un boomerang per l’immagine già molto traballante, in quanto impostare un nuovo corso con l’obiettivo di risalire in serie A e rimanerci e poi vendere gli unici due gioielli è un controsenso. Quindi la strada scelta è stata quella di tergiversare: i due giocatori hanno possibilità di accasarsi altrove, all’apparenza non ci sono delle vere e proprie trattative in dirittura d’arrivo, il prezzo ufficiale richiesto per cederli è decisamente alto. Conseguenza ovvia: i giocatori al momento sono al Torino e quindi non ci sono dei sostituti.

Del nuovo corso del Torino una cosa è sicuramente apprezzabile: quella di aver scelto un allenatore di esperienza e avergli consegnato la rosa quasi al completo per l’inizio del ritiro. Queste due scelte si sono già rivelate positive, anche se non è ancora iniziato il campionato. Ma continuare a tergiversare su Ogbonna e Bianchi va nella direzione opposta e quindi non potrà che produrre almeno qualche problema. Se vi sono delle vere trattative in corso tanto vale che vengano portate a termine per il bene dei giocatori, della società, della squadra e per onestà nei confronti dei tifosi.

Ogbonna e Bianchi per quanto professionisti seri e uomini di spessore non possono continuare ad essere fra coloro che sono sospesi, è ovvio che sanno perfettamente se e quante possibilità hanno di andare via o di rimanere e questo non è motivo di particolari problemi, ma il fatto che l’ambiente che circonda il Toro sia sottoposto alla pressione dell’incertezza crea qualche problema anche ai giocatori.

La società che sta risalendo un po’ la china dell’impopolarità nella quale si era tuffata rischia di veder vanificato il buon lavoro estivo, se alla fine del mercato i due, o anche uno solo, dovessero andare via e non riuscisse a trovare sostituti validi.

La squadra sta amalgamandosi sempre più e imparando a memoria schemi e movimenti ben precisi, se all’ultimo venissero inseriti due nuovi elementi, in ruoli fondamentali come sono quello del difensore centrale e della punta, ci vorrebbe del tempo prima che si portino al pari dei compagni e questo avrebbe inevitabili ripercussioni sul gioco e di conseguenza sui punti nelle prime gare.

I tifosi per l’ennesima volta stanno dando fiducia alla società – la riprova nella campagna abbonamenti migliore di quella dello scorso anno, seppur la squadra sia alla terza stagione consecutiva in serie B – e vivrebbero come l’ennesimo inganno la cessione dei due giocatori e il mancato arrivo di equivalenti talenti e ci sarebbe pure il rischio che iniziasse a minarsi anche la totale fiducia nell’allenatore, che da tutti è ritenuto il vero artefice del nuovo corso in quanto capace di pretendere dalla società i giocatori giusti per la sua concezione del gioco e ottenerli per l’inizio del ritiro.

Dare una definitiva risposta alla cessione o meno di Ogbonna e Bianchi senza continuare il tormentone estivo è indubbiamente l’unica mossa da farsi per il bene di tutti. Se andranno via entrambi sicuramente la piazza non sarà contenta, ma prima il divorzio avverrà prima inizierà il percorso all’interno dei cuori dei tifosi di farsene una ragione, soprattutto se fossero rimpiazzati da giocatori altrettanto validi, e maggiore sarà il tempo a disposizione dei sostituti per inserirsi in squadra in modo da non far rimpiangere chi è andato via. Se dovessero rimanere è bene che siano felici di restare, trattenere chi è stato a un passo dall’andare in squadre di categoria superiore perché si è tirata troppo per le lunghe una trattativa è un suicidio, peggiore di quello di cedere dei giocatori e non prendere nessuno per rimpiazzarli.

Il tempo perduto non si recupera più ….. la storia granata lo ha già insegnato ….. la dirigenza lo avrà appreso? Mah, staremo a vedere ……

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

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