Con venticinque gol segnati in venti partite l’attacco del Torino è il nono della serie B. Detto così e sapendo che i granata guidano la classifica con tre punti di vantaggio sulla seconda sembrerebbe quasi un dato sorprendente, anche alla luce del fatto che i Ventura boys hanno la difesa più solida. Però se si va ad approfondire facilmente si scopre che la differenza reti del Torino è di più dodici, mentre le altre squadre che hanno realizzato più gol – a parte il Sassuolo, però con lo stesso numero di gol dei granata, che è a più undici e il Pescara e la Reggina che sono a più dieci – hanno un disavanzo che non arriva alla doppia cifra e alcune registrano persino un segno negativo. Nonostante questo per affrontare il girone di ritorno in scioltezza prendere un attaccante con il vizietto del gol è una priorità.
La media di 1,25 gol a partita anche alla luce di questi dati positivi comunque lascia un po’ perplessi, perché da una squadra che finora ha stazionato costantemente in vetta alla classifica ci si aspetta che segni di più. E’ confortante il fatto che già dodici calciatori abbiano fatto gol, un po’ meno se si va a confrontare il numero di reti con i minuti giocati. Bianchi è il capocannoniere granata con 5 gol realizzati nei 1412 minuti che è stato in campo, vale a dire che ha segnato ogni 282,4 minuti che equivale a circa una rete ogni tre partite. Sgrigna 4 gol in 818 minuti, con una media di un gol ogni 204,5 minuti. Ebagua 3 in 1085, media uno ogni 361,6. Antenucci 2 in 1318, media uno ogni 659. Stevanovic 2 in 1325, media uno ogni 662,5. Oduamadi 1 in 230. Basha 1 in 1576. Vives 1 in 681. Suciu 1 in 106. Darmian 1 in 1134. D’Ambrosio 1 in 796. Parisi 1 in 1445. Se fra le punte Antenucci ha l’attenuante che ha dovuto sacrificarsi in parecchie partite a giocare nel ruolo di esterno a causa degli infortuni dei compagni, Bianchi, Sgrigna ed Ebagua – seppur il gioco di Ventura richieda il ripiegamento in copertura degli attaccanti che di conseguenza comporta per loro un dispendio maggiore di energie rendendoli un po’ meno brillanti quando sono sottoporta – hanno segnato meno delle aspettative. Anche il contributo degli esterni alti e dei centrocampisti avrebbe potuto essere maggiore.
Il tre gennaio riapre il calciomercato forse sarebbe opportuno valutare la necessità di un paio di innesti in attacco. Un esterno alto dal momento che Guberti, seppur in anticipo sulla tabella di marcia del recupero dal grave infortunio occorsogli in allenamento il sedici settembre, non sarà disponibile almeno fino a metà febbraio e poi bisognerà vedere quanto tempo gli occorrerà per raggiungere il top della forma. Oltre a lui anche Pagano non è nelle migliori condizioni. Se l’esterno deve essere preso sarebbe opportuno aggiungere alla lista della spesa anche una punta, magari cedendo chi per caratteristiche tecniche non si trova al meglio con la concezione del gioco di Ventura, in modo da non sovraffollare il reparto e creare malumori fra chi deve accomodoarsi in panchina o in tribuna.
A gennaio trovare un attaccante valido è difficilissimo, perché chi lo ha se lo tiene e vengono ceduti solo quelli che sono ai margini della rosa o che arrivano da infortuni, però, cercando accuratamente fra le squadre che in B e in A stanno disputanto un campionato al di sotto degli obiettivi, magari un calciatore che abbia le caratteristiche adatte al gioco di Ventura, che caratterialmente sia idoneo ad entrare nello spogliatoio granata, che abbia il vizietto del gol e che preferisca il Toro capolista in B piuttosto che qualche altra squadra che rischia o di non agguantare la serie A o di retrocedere fra i cadetti lo si trova, soprattutto se si apre almeno un po’ il portafoglio.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]