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Toro, Ventura: “In campo per vincere ogni partita”

Un Ventura molto accigliato si è presentato alla consueta conferenza stampa pre-partita. Sui motivi di un umore così nero in parte fa chiarezza lo stesso mister che ritiene l’atteggiamento dei media rivolto a mettere un po’ troppa pressione alla squadra, quando si è solo alla seconda giornata di campionato. Però – senza entrare nel merito dei pensieri dell’allenatore, sempre fin troppo disponibile a fare da parafulmine in primis ai suoi giocatori, ma anche alla società – forse il non aver ricevuto, come invece era avvenuto la scorsa estate, fin dall’inizio del ritiro l’organico quasi al completo ed essere a poche ore dalla chiusura del calciomercato con ancora qualche lacuna in rosa, serve a completare la spiegazione del perché Ventura è così teso.

Per il debutto casalingo i giocatori sono tutti a disposizione?
“Sì, sono tutti a disposizione”.

Con il Siena avete provato a fare la partita, andrete in campo con lo stesso atteggiamento domani?
“Ci proveremo”.

Pensa di utilizzare due ali di ruolo?
“Come penso di schierare la squadra, lo avevo già detto prima della scorsa partita con il Siena, non lo dico fino a quando non saprò lo schiereranno dei nostri avversari. Quest’anno è così: appena avrò notizie sugli avversari sarò disponibile a dare informazioni sulla mia squadra”.

Ha ancora mal di schiena?
“In questo momento la mia schiena è l’ultimo dei problemi del Torino”.

Quella di domani sarà già una partita importante perché la vittoria inizierebbe a mettere un po’ di distacco con una diretta concorrente per la salvezza?
“Direi che è quasi decisiva (ironizza, ndr) perché è la seconda di campionato e quindi è decisiva e determinante e se non la vinceremo è evidente che si può iniziare a parlare di fallimento. Stiamo parlando della seconda partita di campionato di una neo-promossa, noi l’anno scorso abbiamo giocato tutto il campionato per vincerlo e ho già affermato che giocheremo quest’anno tutte le partite per cercare di vincere, non cercheremo mai di speculare, ma sempre per fare la partita. Questo vale per quando incontriamo il Pescara, ma anche per l’Inter, il Milan o qualsiasi altra squadra. Però se abbiamo l’obbligo di vincere la seconda di campionato, mi chiedo che obblighi avremo alla decima, alla ventesima. Alla trentesima probabilmente ci saranno i sopravvissuti, io non ci sarò di certo. Lo dico con grande umiltà che oggi sono meno sereno di altre volte perché sono anche un po’ stanco di sciocchezze (sbuffa, ndr). Il mondo del calcio visto dalla mia ottica è un mondo un po’ diverso da quello visto qua, chiedo scusa per questo, però è obiettivamente difficile da seguire tutto ciò. Il Torino è una squadra che ha sempre cercato di fare la partita e l’ha fatto quando gli è stato permesso, e cercherà di farlo contro il Pescara e contro qualsiasi altra squadra. Ma non si può dire che alla seconda di campionato si deve assolutamente vincere.

Si vuole dare un pò di pressione? Diamola. (Gli squilla il cellulare, che sia mai qualche novità di mercato? Il mister non risponde, ma controlla il display per capire chi l’ha chiamato, ndr). Scusate. Obiettivamente allora come sarà la partita del Milan? (I rossoneri hanno perso la prima in casa con la Sampdoria uno a zero e domani sera affronteranno il Bologna, ndr) Da dentro o fuori? Se perde si cambia la squadra e si caccia l’allenatore? Sto parlando del Milan che ha perso in casa. Se la nostra partita è da vincere assolutamente figuriamoci quella del Milan. Non funziona così, siamo alla seconda di campionato, si è appena iniziato, il mercato non è ancora chiuso e molti giocatori che domenica avevano giocato per una squadra domani e dopo giocheranno per un’altra. Il campionato deve ancora iniziare, quindi non si può parlare di dover assolutamente vincere la partita. Il Torino domani cercherà di fare la sua gara, ma sarà difficile perché il Pescara checché se ne dica ha messo in difficoltà l’Inter, sullo zero a zero c’era un rigore non dato e fino ai due minuti fatidici quando il Pescara ha preso i due gol (17’ Sneijder, 19’ Milito, ndr) gli abruzzesi meritavano nettamente. Quindi vuol dire che è una squadra estremamente scorbutica da affrontare, che negli spazi diventa importante o noiosa, secondo i punti di vista. E’ una partita dove se si sbaglia l’approccio o se si ha un pizzico di sufficienza o di presunzione si paga, su questo non c’è il minimo dubbio”.

Ha detto di essere meno sereno di altre volte è possibile capire meglio il perché?
“Dei miei problemi familiari non mi sembra il caso. Dei miei problemi personali anche. Di quali problemi si vuole parlare? Sono poco sereno perché faccio fatica a capire, anche se ho cercato di calarmi nei panni altrui. Mediamente ricevo due-tre messaggi di scuse tutte le settimane (ride, ndr). Ed è evidente che se ricevo messaggi di scuse c’è stata qualche cosa. Quindi penso di aver capito il meccanismo: facciamo succedere la cosa e poi si chiede scusa. Il messaggio è segreto e la cosa è pubblica. E’ un modo di fare un po’ bizzarro, ma sono cose del passato e non ne parliamo più”.

Come ha visto Cerci in allenamento?
“Cerci è arrivato da poco e sta cercando di capire quello che facciamo, di imparare i nomi dei compagni e soprattutto di trovare la condizione perché ultimamente non aveva giocato neanche le amichevoli. Quindi deve ritrovare condizione fisica e mentale per disputare i novanta minuti. Deve riaccendere la spina e bisogna dargli un po’ di tempo. Per lui valgono gli stessi discorsi che abbiamo fatto per tutti i nuovi arrivati”.

La sua condizione fisica gli permetterebbe di giocare da titolare?
“E’ convocato quindi è utilizzabile, ma se dall’inizio o dopo si vedrà”.

Santana ha giocato una parte del secondo tempo a Siena, come sta?
“Santana ha saltato due parti su tre del ritiro estivo, Sappada e Omegna, quindi è leggermente indietro rispetto agli altri, però sta recuperando ed è chiaro che ha bisogno di giocare. Abbiamo avuto pazienza con lui e dobbiamo averla con Cerci. C’è un avvicinamento graduale di tutti alla condizione migliore. Santana è due partite che entra una mezzora, anche con il Lecce in Coppa Italia aveva giocato, e magari domani andrà in campo dall’inizio e poi sarà sostituito, vedremo. Ecco perché dico che oggi come oggi il risultato è secondario, perché m’interessa portare tutto il gruppo alla stessa condizione fisica e mentale e poi quando tutti saranno allo stesso livello ce la giocheremo partita per partita, su questo non ci piove”.

Si aspetta da parte del Pescara un atteggiamento simile a quello che ha avuto con l’Inter o poiché arriva da una sconfitta cambierà approccio alla gara?
“L’atteggiamento credo che sarà sempre lo stesso. Il Pescara è una squadra aggressiva e ha imparato a esserlo l’anno scorso con Zeman e gli è rimasto con Stroppa uguale quest’anno. E’ una squadra portata ad aggredire sia gli avversari sia gli spazi, quindi sarà una partita difficilissima perché probabilmente noi avremo la possibilità di fare gol con qualche palla gol in più rispetto a quelle avute con il Siena, ma ogni volta che perderemo palla il Pescara avrà la possibilità di essere pericoloso poiché attacca con un numero impressionante di giocatori. (Gli squilla nuovamente il cellulare, cosa mai capitata in altre conferenze stampa, e il mister controlla solo chi lo sta cercando senza rispondere, ndr). Scusate. A Siena abbiamo rischiato su un calcio di punizione (D’Agostino traversa, ndr) in novanta minuti, anche se loro si presumeva dovessero attaccare poiché giocavano in casa contro una neo-promossa e dovevano recuperare il meno sei. Se la partita si fosse giocata a Torino noi avremmo detto che dovevamo attaccare. Se alla fine del primo tempo io avessi tolto una delle due punte per inserire un centrocampista (come ha fatto il Siena, ndr) chissà cosa sarebbe successo (ride, ndr) e chissà che cosa sarebbe successo se avessimo pure perso, sarebbe stata la catastrofe. Invece là è la normalità, qui no. Questo vuol dire che se si toglie una punta per un centrocampista, quando le punte giocano nella loro metà campo, è più difficile trovare gli spazi e di conseguenza le situazioni da gol. Il Pescara che gioca perennemente in aggressione è evidente che qualche palla gol la concede, ma allo stesso tempo si rischia di più rispetto a quando si affrontano altri avversari”.

Si attende un effetto Olimpico poiché è la prima partita casalinga del campionato?
“Non lo so, sinceramente non ci avevo neanche pensato. Se devo essere sincero questo gruppo se lo merita, come forse aveva meritato certe critiche in altri frangenti. Dicevo che il gruppo se lo merita per l’impegno con il quale sta lavorando e per la voglia e la consapevolezza di quello che stanno tentando e possono cercare di dare e soprattutto con la consapevolezza, come ho detto la settimana scorsa, di indossare una maglia che ha la Storia alle spalle. Oggi, avevo detto, non sono più giocatori del Torino, ma giocatori che giocano per il Torino, quindi sarebbe bello che ci fosse un grande impatto, come sarebbe bello che ci fosse una prestazione in risposta a un impatto di questo tipo. Ma questo è quello che vogliamo noi, il Pescara, secondo me, non vuole questo, quindi troveremo qualche opposizione”.

I tifosi con il Pescara, che molti addetti ai lavori indicano come una delle squadre meno temibili, si aspettano una vittoria, questo è uno scoglio, forse era meglio incontrare una formazione con traguardi più ambiziosi?
“E’ vero che queste sono le aspettative dei tifosi, ma credo che queste aspettative i tifosi le abbiano sia se affrontiamo il Pescara sia l’Inter, come faremo dopo la sosta per la Nazionale. Non penso che ci sia molta differenza fra le difficoltà che avremo contro il Pescara o contro l’Inter. L’anno scorso, come ricordavo prima, abbiamo cercato di impostare il lavoro sulla crescita del gruppo e oggi come oggi fra vincere la partita, chiaramente si vuole vincere ogni gara, e creare tantissimo e magari non segnare o non vincere, ma giocando decisamente sopra le righe firmerei per questa seconda opzione, perché vorrebbe dire ufficializzare che si è sulla strada giusta, si darebbero conferme e ulteriori certezze ai giocatori. Credo che piano piano, almeno è quello che sto percependo, anche il pubblico comincia a vedere le cose non più strettamente legate al tiro più o meno riuscito o al risultato della singola gara e che si avvicinino alla voglia di essere protagonisti e di essere rappresentati da una squadra che vuole sentirsi protagonista”.

Lo scorso anno diceva che era il campionato dei giocatori per la cultura del lavoro che esprimevano, è così anche quest’anno?
“Assolutamente sì, direi che sono ancora più cementati, la disponibilità è totale. Del resto se non ci fosse grande disponibilità e coesione non saremmo riusciti a fare quello che è passato sotto traccia: l’atteggiamento tattico di Siena, la prestazione di maturità e d’interpretazione, che mi ha fatto felice, è figlia di questo gruppo e delle conoscenze. Non abbiamo fatto felici quelli che ci volevano allo sbaraglio e vederci piangere addosso perché avevamo perso due a zero, ma abbiamo fatto felici chi ha cercato di fare la partita concedendo praticamente niente se non un cross in novanta minuti e avendo tre-quattro volte la possibilità di vincere la partita e se ci fossimo riusciti saremmo stati perfetti”.

Chi non ha molta esperienza in serie A dopo la partita di Siena ha lavorato con ancora più entusiasmo?
“Tutto il gruppo lavora con entusiasmo, certo a vederli sembrava di sì poi nell’animo di ogni persona è difficile entrare. In un anno abbiamo cercato di cancellare il concetto di Tizio rispetto a Caio, questo è un gruppo che lavora e non ha importanza se qualcuno ha qualche anno in più di militanza in serie A o qualcuno non ne ha neppure un giorno, chi non ha mai giocato nella massima divisione ha voglia di mettersi in discussione e chi vi ha già militato vuole riprendersi quello che aveva perso. Ci sono tutti i presupposti per fare, lo avevo detto dopo la partita con il Modena e quella con il Sassuolo quando si è avuto la certezza di andare direttamente in A e di aver vinto il campionato che questo era un gruppo che probabilmente si sarebbe ritagliato uno spazio importante in proporzione alla nostra competenza in questo campionato e molti mi chiedevano se questo spazio lo avremmo creato con i giocatori che c’erano e io ribadisco il concetto: assolutamente sì e con questi giocatori. Poi è chiaro che avremo delle difficoltà e perderemo delle partite, abbiamo un obiettivo ben preciso e quello dobbiamo raggiungere, però dobbiamo raggiungerlo non con l’obbligo di dover vincere la seconda partita di campionato, ma attraverso una crescita costante e la consapevolezza di quello che si è e di quello che si vuole diventare e attraverso il lavoro, se no veramente facciamo un passo indietro gigantesco e dovremmo ricominciare tutto da capo, questo assolutamente no. Ci sono altre montagne da scalare, ma quelle già superate bisogna lasciarsele alle spalle, altrimenti diventa un problema”.

Queste ultime ore di calciomercato le vive con speranza e tranquillità?
“Come avevo già detto non parlo più di mercato e non lo farò neppure quando sarà chiuso, tutte le volte che ne ho parlato ufficialmente o meno poi per tre giorni ho avuto dei problemi giganteschi”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

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