Toro, Ventura: “Spirito e disponibilità sono quelli giusti, buon ritmo”

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Il passaggio successivo sarà quello di diventare determinanti vicino all’area di rigore. Con il Novara per settanta minuti c’è stato un buon ritmo. Questa squadra gioca non per il risultato, ma per una prestazione che porti al risultato. Questo gruppo è importante e può diventarlo ancora di più.

Un commento sull’amichevole con il Novara.
“Mi sono piaciute un sacco di cose: lo spirito, la fluidità di manovra fino al limite dell’area di rigore avversaria, la disponibilità dei giocatori a mettere in pratica e a leggere alcune situazioni, la condizione fisica. Quella di ieri è stata una partita come quelle dello scorso anno in serie B, dove dopo cinque minuti tutti i giocatori erano nella loro metà campo e non c’era spazio quindi dovevamo andare a crearlo e cercarlo. Lo abbiamo creato e il passaggio successivo sarà quello di diventare determinanti vicino all’area di rigore, però direi che nell’insieme per settanta minuti siamo andati bene, negli ultimi dieci minuti abbiamo sofferto sulle palle da fermo, ma erano usciti tutti i colpitori, da D’Ambrosio a Gazzi, Glik e tutti gli altri, e quindi sul loro colpo di testa e su quello di tacco abbiamo subito, tutto ciò non va a intaccare minimamente il giudizio. Volevamo una partita viva e per settanta minuti c’è stato un buon ritmo e sono contento”.

In campo c’è stato anche un bell’agonismo.
“Sì, ma è lo spirito di questo gruppo, giocano per tentare di fare calcio, non per il risultato, ma per una prestazione che porti al risultato. Quindi sono contento perché lo spirito e la disponibilità sono quelli giusti, non si poteva pretendere di più. Non conosco il Getafe, ma sono estremamente curioso di vedere come i miei giocatori si approcceranno agli spagnoli che, mi è stato detto, hanno segnato cinque gol al Bruges, che è una delle squadre migliori del Belgio, una settimana fa. Il Getafe è una squadra di buona qualità quindi sarà per noi una bella verifica e presumo che ci saranno degli spazi per manovrare più ampi. Non posso pensare che anche in questa stagione, com’è stato in quella precedente, quando giocheremo gli spazi saranno sempre chiusi. Con il Getafe soffriremo le pene dell’interno, però, credo, che creeremo anche molto di più”.

Brighi ha disputato la sua prima amichevole in granata, come l’ha visto?
“Lo scopo di ieri non era quello di giudicare lui, ma valutare la sua condizione fisica e in particolar modo il suo polpaccio. Aspettiamo i riscontri che in tal senso arriveranno nelle prossime ore e anche la gara con il Getafe così avremo un quadro più completo. Nei primi venti minuti – mezz’ora che è stato in campo ha fatto bene, poi c’è stata un po’ di confusione e di stanchezza e abbiamo perso un po’ le distanze quindi anche lui ha risentito di questo. In generale sono contento perché siamo arrivati trenta volte vicino all’area anche se non abbiamo mai finalizzato, per questo faremo un passaggio successivo, ma non sarà con il Getafe, bensì strada facendo. Dobbiamo tenere presente che c’erano undici giocatori disponibili e sotto la linea di centrocampo, quindi c’è stata una buona lettura della gara”.

Poiché la squadra arriva trenta volte vicino all’area avversaria e poi non finalizza, problema che c’era già nella passata stagione, pensa in quest’ultima parte del ritiro d’intensificare la preparazione in tal senso?
“Quando ci sono gli spazi, come nell’amichevole con la Lazio, abbiamo creato e realizzato tre gol e potevamo farne altri, ma quando non ci sono gli spazi è difficile per tutti segnare. Il Novara che è una squadra di serie B, ma punterà a vincere il campionato, il primo tiro verso la nostra porta l’ha fatto su un colpo di testa a un quarto d’ora dalla fine. Questo per dire che non è facile quando ci sono in campo due squadre che attuano una buona fase difensiva. Noi lavoreremo anche in questo senso, ma quando parlo di passaggio successivo intendo che i giocatori sono partiti da dove eravamo rimasti a fine campionato ossia dalla voglia di proporre il nostro modo di essere e dalla volontà di ricavarci il nostro spazio. Tutto ciò avviene attraverso dei passaggi: la consapevolezza di quello che si sa e di quello che si può fare, e la verifica di quello che si è fatto.  Abbiamo fatto i primi cinquanta metri, poi i settanta e siamo arrivati agli ottanta, adesso però dovremo fare gli ultimi venti che sono chiaramente i più difficili. Stiamo lavorando in questo senso, ma senza stress perché stiamo vivendo un momento un po’ particolare per mille motivi e dobbiamo pensare semplicemente a proseguire. Ieri prima della partita ho detto ai giocatori che li ringraziavo perché sono estremamente soddisfatto dell’impegno e della disponibilità, è un gruppo importante e può diventarlo ancora di più”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]