Totti: “L’uomo derby? Reja. Baldini? Ci ero rimasto male, ora ho accantonato. De Rossi vuole restare a vita”

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Di seguito la conferenza stampa di Francesco Totti.

Le tue condizioni?
“Purtroppo non ce la faccio per il derby. Non so qaundo tornerò in campo, spero contro il Palermo”.

Che idea ti sei fatto di questo nuovo progetto?
“E’ un progetto, nuovo importante, giovane. Penso che gli americani vogliano fare grandi cose, una grande squadra. E’ doveroso che una città come Roma abbia una grande squadra. Noi li auteremo in tutti i modi”.

Le parole di Baldini di questa estate?
“E’ normale che lì per lì c’ero rimasto male però ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero. Con Franco ho avuto sempre un bellissimo rapporto, anche quando è andato via. Quando arriverà specificherà questa pigrizia ma io già l’ho accantonato per il bene della Roma. Lui è tra i più bravi dirigenti, è bello averlo nella Roma. Speriamo di poter rivincere assieme”.

Come mai parli prima di una partita che non giocherai?
“Già avevamo deciso di fare questa conferenza, quando pensavo che avrei giocato. Ho matenuto la promessa e ho parlato anche se non gioco”.

Chi al posto tuo al derby?
“Lo deciderà il mister, fino ad ora ci ha abituato a tantissime sorprese”.

Hai mai avuto l’impressione di essere un problema per la Roma?
“Spero di non esserlo mai, ho sempre dato il massimo. All’inizio mi hanno dato fastidio queste cose, il fatto che io creassi problemi alla squadra. Alla fine ho avuto un chiarimento al direttore, ho chiesto se veramente facessi parte del progetto e mi hanno confermato che sono al centro del progetto”.

Il tuo rapporto con Luis Enrique?
“Il mister fa le sue scelte, rispettabilissime. Io stavo bene, mi si diceva che facevo parte del progetto ma nella prima partita non ho giocato, nella seconda sono stato sostituito e ho avuto un chiarimento per sapere se veramente facessi parte del progetto. Con il mister ho avuto sempre un ottimo rapporto”

Questo progetto può vincere subito o no? Il ruolo che occupi ora ti piace?
“E’ un progetto da qui a 5 anni o di più. Ci vorrà tempo prima di vincere, è una squadra ringiovanita ed in Italia serve tempo. Con lo spirito giovanile che abbiamo – io ormai sono parte del gruppo – possiamo dire la nostra. Tra 5 anni io non ho più il contratto: o me lo rinnovano o dobbiamo vincere prima (ride, ndr). Il ruolo? MI trovo bene anche se non segno. Per il bene della squadra faccio tutto, poi mi diverto. Ho parlato con il mister e lui vuole che io batta tutti i record”.

Cosa ci dici della Lazio?
“Per me è la partita differente. Sono nato e cresciuto qua, giocare contro la Lazio è speciale. Però alla fine sono 3 punti fondamentali e per noi vincere la quinta o la sesta volta non cambia nulla. Da lunedì capiranno tutti cosa vuol dire il derby”.

 

Quali erano i dubbi iniziali e che pensi della presidenza? “Prima che arrivassero ho detto che non avevo visto nessuno, poi ho conosciuto persone vere che vogliono far grande la Roma. Con il presidente ho avuto una breve chiacchierata, solo che lui ha parlato italiano e io inglese (ride, ndr). Vuol far grande questa città e questa squadra. Se mi fanno rimanere resto, sono venti anni che sono qua… (ride, ndr)

Hai parlato con De Rossi sul contratto?
“La sua intenzione è rimanere alla Roma a vita, però non sono entrato nello specifico. Spero che possa firmare prima possibile, questa cosa è andata avanti oltre il dovuto”

Cosa hai pensato nei tuoi mesi di silenzio?
“Ho fatto solo il mio lavoro, a Riscone la mia conferenza era prevista, ma saltò per l’intervista a Baldini. Pensavo solo a parlare con i fatti”

Qual è il derby che ti è rimasto più impresso?
“L’ultimo, con la prima doppietta. Dopo tutte le critiche, il fatto che è meglio che io non giochi… Sono quei derby che sogni, poi gli sfottò ci stanno e i derby sono belli anche per questo, sia prima che dopo”

Qual è la cosa che più di ha ferito?
“Il fatto che si è detto che ero il male della Roma e che remassi contro la società, che non volevo gli americani… ogni volta ce n’è una. Ormai c’ho fatto l’abitudine e non me la prendo più di tanto, anche se conoscendo il mio carattere è normale che mi dia fastidio. Me lo tengo dentro e poi sbotto”.

C’è stata da parte tua un’idea di farsi da parte?
“Ho detto di voler giocare fino a 40 anni. Se sto bene fisicamente e mentalmente voglio divertirmi. Il calcio mi ha dato tutto, è la mia passione e cerco di dare tutto quello che ho. Quando vedo che non ce la farò più butterò la spugna, anche se ora non ci penso. Spero che Ibra e Cassano possano giocare fino a 40 anni”.

L’infortunio può essere riconducibile al carico di lavoro sostenuto nelle prime partite?
“No, è una casualità che purtroppo capita a noi giocatori. Purtroppo è capitato nel momento in cui ero al top e mi dispiace”.

Hai mai chiesto a Luis Enrique di giocare più vicino alla porta?
“Ci parlo con frequenza, e mi dice che in questa posizione ho la possibilità di fare tanti gol. E’ una gestione che spetta a me, per aiutare sia il centrocampo che gli attaccanti. Mi metto a disposizione come ho sempre fatto, poi è normale che suoni strano che uno come me non segni nelle prime cinque giornate”.

A fine carriera pensi di fare il dirigente?
“E’ un altro contratto, dopo aver finito quello da calciatore. Poi se mi mettono in guardiola o da un’altra parte non lo so, per cinque anni ho la possibilità di lavorare con loro. Non ne ho parlato e al momento non ne parlerò perché voglio giocare”.

Chi ti ha stupito di più dei nuovi acquisti?
“Sono tutti bravi e disponibili. Cercano di dare un forte contributo, poi è normale che i primi anni dopo aver cambiato squadra e città non sono facili per nessuno”.

Differenze tra la vecchia e la nuova dirigenza?
“Con quella vecchia ci sono cresciuto, ho un rapporto che va oltre il calcio. Sia con Pradè che con Bruno conti che con Rosella ho avuto un rapporto che mi ha dato tanto. Li ringrazierò sempre, tutta la trafila fatta l’ho fatta con loro, ci sono state gioie e dolori. Sono persone che difficilmente dimenticherò. La dirigenza nuova è fatta da persone serie con le quali però difficilmente avrò il rapporto che avevo con i vecchi dirigenti”.

Non vi eravate capiti con Luis Enrique?
“No, e non so perché precisamente. So che non era come volevo, perché volevo giocare e stavo bene, non riuscivo a capire cosa sbagliassi in quel momento. Poi le dichiarazioni di Sabatini, del presidente, di tutti e le panchine e ho detto “Alt, o non ci capisco niente o mi state prendendo in giro”. Ho avuto un colloquio e mi ha detto tutto. Il mio atteggiamento è sempre lo stesso”.

A chi paragoneresti Luis Enrique?
“A Spalletti e Zeman, perché fa un gioco abbastanza offensivo. Pensa più a giocare che agli avversari, cerca sempre di fare un gol in più”.

C’è un qualcosa che ti ha sorpreso di lui?
“Due ore e mezza di allenamentonon si possono fare, sono troppe (ride, ndr). Sono cose che fanno bene”.

Chi sarà per te l’uomo derby?
“Reja, è un portafortuna (lunga risata dei giornalisti presenti). Spero non ci sia Klose, perché non pensavo fosse così forte”.

Zeman ha detto che la Lazio è più squadra e che è leggermente favorita, e che Luis Enrique fa tirare poco in porta la squadra. Sei d’accordo?
“Sappiamo tutti quando parla Zeman che va oltre quello che deve dire. Io parlo solo di Luis Enrique, penso sia un allenatore che possa fare bene. Ha un gioco diverso dal calcio italiano, un gioco spagnolo, sperando che sia un giorno come il Barcellona anche se sappiamo che sarà difficile. Ha idee chiare e innovative, ci insegna cose che noi in Italia non abbiamo fatto. La Lazio avvantaggiata? Come sempre, meglio così. Sono sempre i favoriti loro”.

I romani sentono troppo il derby?
“Queste sono dicerie. Stiamo facendo delle grandi prestazioni, ora non ci sarò io ma ci saranno De Rossi e Rosi che sono due tifosi doc e possono bastare”.

Un tuo giudizio su Pjanic e Lamela?
“Pjanic penso sia un giocatore tecnicamente formidabile, anche se da fuori sembra un po’ lento. Ha una facilità di anticiparti e metterti in difficoltà palla al piede. Lamela l’ho visto pochissime volte a causa del problema alla caviglia, ma da quanto mi hanno detto i compagni può fare la differenza. E’ giovane, dobbiamo farlo crescere con tranquillità. Il mio erede? Magari, sarebbe una fortuna”.

Hai già deciso come vivrai le ore immediatamente precedenti al derby?
“Fosse per me andrei in panchina in borghese. Conoscendo però i problemi che ci sono stati quando ero infortunato nel 2006 non so se andrò allo stadio o meno. Fino a domenica mattina starò vicino ai compagni e cercherò di dare quel piccolo contributo”.

La Roma è fuori dal discorso scudetto?
“A noi non ci interessa. Fa parte della zona nord”.

A Pescara sono stati premiati Cannavaro e Maldini per le 100 presenze.
“Io non ne ho fatte 100, loro sì e penso sia un premio meritato alla carriera, per quello che hanno fatto per questa maglia. E’ più che giusto. Nessun rimpianto per non averle raggiunte, è una scelta mia”.

Starai in mezzo al cerchio domenica? Com’è nata l’idea?
“In mezzo al cerchio non ci posso stare. Guarderò la partita a casa, anche perché è Lazio-Roma, mi dovessero menare… (ride, ndr). L’idea già c’era, semplicemente ora lo facciamo in panchina e non nello spogliatoio”.

L’amichevole con l’Uruguay potrebbe essere l’occasione per rivederti in Nazionale?
“Ma vi piace proprio (ride, ndr). Ci sono Cassano, Rossi…”

Luis Enrique non sa bene cosa è il derby, Reja forse lo sa troppo bene. Chi arriva meglio?
“Entrambi, dall’altra sponda è una partita particolare che prima o poi vorrebbero vincere. Luis Enrique arriva con la mente libera, non conoscendo cosa significhi questa partita e potrebbe essere una fortuna. L’importante è che i compagni siano con la testa libera, e lo saranno”.

Cosa pensi del fatto che Olympia non volerà?
“Che domanda che mi hai fatto! (ride, ndr) Non ti posso rispondere, sennò mi arrestano. E’ una coreografia bella, se dovesse volare. Ma non volerà, penso. Andasse al mare a farsi un giro, tanto i gabbiani sono uguali (ride, ndr)”.

Un giudizio sul campionato?
“Inaspettato. Una classifica corta, non c’è una squadra partita veloce, è un campionato lunghissimo che in questo momento può vincere chiunque. Ma tra 10-15 giornate conosceremo quali sono i verdetti finali e le squadre che partiranno per gli obiettivi”.

Ti ha sorpreso Ranieri all’Inter?
“Sono contento, ha ritrovato una grande squadra. Conoscendolo, può fare veramente bene. Gli faccio un “in bocca al lupo””.

Vuoi dire qualcosa ai tifosi prima del derby?
“Non posso dirgli niente perché fanno tutto loro. Sono tifosi unici, non ci saremmo mai aspettati una tifoseria di questo tipo. Per tanti di loro viene prima la Roma e poi la mamma. Questo dimostra l’attaccamento e l’affetto nei nostri confronti e cercheremo di contraccambiarli, anche se per noi è più difficile. Con la voglia e la convinzione che abbiamo quest’anno possiamo dargli tantissime gioie”.

Cosa dici al centro del capannello prima delle partite?
“E’ un urlo per la Roma, semplice e un po’ banale”.

Andreazzoli, tattico della Roma, chiede:
Quand’è che la smetti di darmi gnocchini sugli avambracci?
“Menomale che te li do lì”.

In chiusura, Totti saluta dicendo: “Se vedemo ‘st’ altr’anno!”

[Redazione Voce Giallorossa – Fonte: www.vocegiallorossa.it]