Bologna-Lazio, ovvero il mondo al contrario: squadre arrembanti e spaccate nei primi 45 minuti come fosse il finale di partita; arroccate, contratte e attente nel secondo tempo, come si stessero studiando. Alla fine anche il punteggio rovescerà il 3-1 dell’andata. I denominatori comuni però non mancano: il nervosismo di Dias si trascina dall’inizio alla fine, così come il timore della Lazio, che va subito in vantaggio, ma poi è assolutamente incapace di gestire la gara. Tiene botta per più di mezzora, poi deve arrendersi sotto i colpi di un Bologna bello, pimpante ed aggressivo. Dalla vittoria di Palermo ad oggi, la squadra di Reja ha così ottenuto soltanto 2 punti nelle ultime 5 gare giocate in trasferta. Una miseria, soprattutto se confrontati con i 12 delle prime 5 partite disputate fuori casa. La crisi continua.
LE FORMAZIONI – Malesani e Reja confermano le indicazioni della vigilia. Solo due novità sulla panchina rossoblù con Esposito e Mutarelli al posto di Cherubin e Buscé. Sculli e Floccari giocano insieme titolari per la prima volta dal 17 ottobre 2009, quando cioè Genoa-Inter si concluse 0-5.
LA CHIAVE – La partita tiene fede al suo copione tematico: uruguayani contro, i grandi ex Portanova (di Curva), Mudingayi e Di Vaio (uno per reparto) che giocano tutti una splendida partita. “Dovremo stare attenti nella prima mezzora” aveva detto Scaloni. Anche dopo però, non sarebbe stato male. Gli attacchi alla fine prevalgono sulle difese, anche se sia Viviano che Muslera con i loro interventi decidono le sorti della gara. Dias cade nella trappola uruguayana (tessuta da Ramirez ad inizio gara e conclusa da Gimenez nel finale) proprio quando la Lazio avrebbe più bisogno di lui.
LA LAZIO – Si ritrova in vantaggio un po’ a sorpresa: uno-due di Floccari (14° gol in 35 partite con la maglia della Lazio) con Hernanes a creare il triangolo che taglia fuori Portanova e la difesa rossoblu. Da solo davanti a Viviano, l’attaccante calabrese non può sbagliare. Lo stesso Floccari sciupa perfino la possibilità di raddoppiare pochi secondi dopo: temporeggia troppo da fuori area e si fa recuperare dalla difesa del Bologna. Quando la squadra di Malesani decide si spingere, Muslera ferma due volte Di Vaio nel giro di tre minuti: prima da terra (forse c’è un fallo mentre il bomber bolognese tenta di rialzarsi, ma non è chiaro se il contatto a quel punto avvenga dentro o fuori dall’area), poi con il piede destro sul secondo palo (l’ex laziale da solo lanciato a rete).
Al 25’ Brocchi mette in mezzo per la testa di Floccari e Viviano si supera, compiendo un vero e proprio miracolo. In generale, nel primo tempo la Lazio è troppo spaccata tra i reparti: il centrocampo è praticamente inesistente. Ledesma stranamente non fa filtro. Verso la fine del primo tempo Sculli esce per infortunio ed entra Zarate. L’argentino ha una grandissima occasione al 48’ quando sull’asse Mauri-Floccari (di tacco), si presenta a tu per tu con Viviano che però è ancora strepitoso. Nei minuti iniziali la Lazio non si fa apprezzare se non per qualche gesto tecnico sterile (rovesciata di Mauri al 57’).
Reja capisce che Ledesma non è in giornata e fa entrare Gonzalez (alla sua sesta presenza da subentrato), trasformando il modulo in un 4-1-3-2. Dopo l’ingresso dell’uruguayano, Scaloni comincia a sganciarsi più spesso sulla corsia di destra ma senza grande efficacia. Il laterale argentino compie una leggerezza su Di Vaio al 65’, tanto che deve metterci una pezza ancora Muslera. Al 77’ entra Kozak e Reja cambia ancora: si passa al 3-4-3. Checché ne dica il modulo però, la manovra resta troppo compassata e sterile. Senza cambio di passo e velocità di idee e di azione, è praticamente impossibile scardinare la difesa bolognese. Dopo l’espulsione di Dias, la Lazio difende a due con il supporto a corrente alternata di Gonzalez. Il terzo gol del Bologna sintetizza la partita della squadra di Reja: gran lancio di Mudingayi dalla metà campo (senza nemmeno un laziale a disturbarlo), assist di petto di Biava per Di Vaio e palla che si insacca dopo aver toccato il palo e corso lungo la linea. L’illusione di poterla fare franca e sfuggire al destino avverso che si infrange sul timore della sconfitta.
IL BOLOGNA – Dopo un avvio in barricata la squadra rossoblu si sveglia con Di Vaio che viene fermato al limite dell’area due volte da Muslera. Poi squadra e pubblico contestano per un’entrata in scivolata in aera di Dias su Moras (dai replay è evidente che il brasiliano tocca il pallone però). La squadra di Malesani prova a gestire il pallone, fa possesso palla (alla fine del primo tempo il dato è schiacciante. 62.8%), ma la Lazio non concede spazi. Viviano a metà del primo tempo risponde al collega Muslera, compiendo un vero e proprio miracolo su colpo di testa ravvicinato di Floccari (poi replicherà su Zarate al 48’). Il Bologna continua ad attaccare, cerca spesso la profondità dei suoi attaccanti e viene ricompensato nel finale di primo tempo: prima Ekdal pesca Ramirez (primo gol in campionato) che infila il connazionale Muslera sul secondo palo, poi Di Vaio triangola con Della Rocca, prima di evitare Ledesma e Dias e “seccare” Muslera sul primo palo. Nella ripresa, Malesani serra le fila, senza rinunciare ad attaccare. Agli incalliti interditori bolognesi basta pressare Hernanes o Brocchi per ribaltare l’azione e creare situazioni di pericolo. È proprio grazie a questa “tattica” aggressiva che il Bologna trova il terzo sigillo: lancio di Mudingayi, assist di petto di Biava per Di Vaio che infila Muslera.
[Federico Farcomeni – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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