Niente da fare. Altro giro altra batosta, la terza consecutiva. E ora, a Cagliari, ci si deve preoccupare perché, è ufficiale, per il secondo anno consecutivo, nel momento in cui le giornate si fanno belle e soleggiate, il Cagliari decide di percorrere il tunnel della vergogna.
E non se ne capisce il motivo. Di fronte, quest’oggi, un avversario tutt’altro che irresistibile, il Cesena, arrivato in Sardegna per strappare un punto con i denti. Il Cagliari domina in tutte le statistiche (possesso palla, corner, cross, contrasti, passaggi riusciti) ma capitola fin troppo facilmente sotto i colpi (gli unici in 94 minuti) di Jimenez e Malonga. Una sconfitta inspiegabile e difficile da digerire, anche perché, per la prima volta quest’anno, durante e soprattutto alla fine delle partita sono arrivati i fischi sonori del pubblico, a gran voce invitato in settimana da presidente, allenatore e giocatori ad accorrere numeroso allo stadio, che si è visto tradito e ferito da una prestazione che definire anonima è riduttivo.
Eppure il primo tempo era stato incoraggiante. L’esclusione di capitan Conti (opache le sue ultime prestazioni), sostituito in regia da Nainggolan, e l’inserimento in mediana di Missiroli avevano regalato fosforo e dinamismo a un centrocampo che aveva giocato 45 minuti di ottimo calcio. Inserimenti, scambi di posizione, sovrapposizioni: il Cesena totalmente stordito si rintanava in difesa e si opponeva disordinatamente all’avvolgente manovra rossoblu.
Dalla fascia sinistra, costante presidio di casacche rossoblu, le azioni più importanti. Agostini, velenosa spina nel fianco, e Ragatzu, incisivo nei suoi movimenti al limite della scoordinazione, offrivano palloni invitanti in mezzo all’area. Con un Acquafresca apparso un po’ arrugginito dopo la settimana tribolata, le occasioni migliori capitavano sui piedi di Missiroli che prima, al 32’, non era abbastanza lesto e preciso nel colpire un pallone vagante nel limite dell’area, e poi, proprio allo scadere, falliva da pochi passi una clamorosa palla-gol, confezionatagli da Lazzari con un tocco delizioso, concludendo debolmente su Antonioli. Tra le due “missilate” spuntate, al 40’, il bolide di Agostini che faceva la barba al palo e l’unica ripartenza pericolosa del Cesena che, dopo una leggerezza di Biondini in mezzo al campo, con Budan e Jimenez si affacciava dalle parti di un inoperoso Agazzi.
Seguivano i canonici 15 minuti di pausa che, sommati alla durata del secondo tempo, si trasformavano in un’ora di pura sofferenza e sconforto per i tifosi rossoblu. Il Cagliari entrava in campo molle e poco reattivo. Già al 3’ un uno-due Sammarco-Jimenez mandava il centrocampista italiano davanti ad Agazzi ma la conclusione era debole. Al 9’ i fantasmi dell’andata rimettevano in scena gli stessi movimenti e lo stesso attore protagonista: se la comparsa al Manuzzi fu Bogdani, al Sant’Elia era Budan a fornire la sponda per l’accorrente Jimenez che, percorsi pochi passi palla al piede, colpiva di destro a incrociare e portava in vantaggio la propria squadra. Il Cagliari era già diventato pochissima cosa, la brutta copia di quello del primo tempo, un fac-simile di quello ammirato sino alla vittoria contro il Genoa.
In mezzo alla noia generale e a un ordine e a una compattezza tra i reparti non più avvertibili, un numero di Ragatzu sul fondo campo a sinistra con annessi controllo al volo e dribbling su Ceccarelli prima che Antonioli sventasse provvidenzialmente il cross dell’attaccante, i movimenti di Cellino per lo stadio e l’entrata di un emozionatissimo Ceppelini trascinavano la partita, minuto dopo minuto, verso la fine. Ma al 39’ c’era ancora tempo per un inopinato raddoppio della compagine romagnola targato Giaccherini (impalpabile sino a quel momento)-Malonga con l’attaccante che appoggiava da pochi passi comodamente l’invitante assist dell’ex sogno di mercato rossoblu. Sconcerto. Valanghe di fischi accompagnavano l’arrembaggio brancaleonesco dell’undici rossoblu, Laner e Acquafresca cercavano di capitalizzare improponibili rilanci e cross dalla trequarti. Poi la fine, dopo tre minuti di recupero maggiorati di trenta secondi.
Commentare oltre la cronaca serve a ben poco. Al Cagliari di oggi manca tutto: qualità, cinismo, motivazioni, fortuna. E restano solo due partite perché si possa evitare di chiamare in causa anche la dignità. Il Cagliari è arrivato obbiettivamente alla frutta e ciò nonostante sembra voler pagare il conto ogni domenica. Da stasera avrà inizio la celebrazione del processo dopo le indagini e le accuse delle scorse settimane. Chi sarà il colpevole?
TABELLINO:
CAGLIARI-CESENA: 0-2 (0-0)
MARCATORI: Jimenez al 9’ s.t., Malonga al 39’
CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi, Perico (73′ Ariaudo), Canini, Astori, Agostini, Biondini (82′ Ceppelini), Nainggolan, Missiroli (75′ Laner), Lazzari, Ragatzu, Acquafresca. A disp.: Pelizzoli, Magliocchetti, Dametto, Conti. All.: Donadoni
CESENA (4-3-3): Antonioli, Ceccarelli, Pellegrino, Von Bergen, Lauro, Caserta, Colucci (30′ Sammarco), Parolo, Giaccherini, Budan (75′ Malonga), Jimenez (91′ Bogdani). A disp.: Calderoli, Dellafiore, Santon, Rosina. All.: Ficcadenti
ARBITRO: Romeo
NOTE: ammoniti Canini, Pellegrino per comportamento non regolamentare, Nainggolan per proteste; angoli: 13-1; recupero: 1’ p.t, 3’ s.t.
[Matteo Sechi – Fonte: www.tuttocagliari.net]
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