Trapani-Catania 2-2: la chiave della partita

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logo-cataniaTRAPANI – Rieccoli, all’intervallo: i volti meravigliati. Stesse facce, stesse espressioni del dopo Avellino. Chissà poi, perchè. Sarà stato un po’ colpa della parola derby: sinonimo di imprevedibilità dietro il quale sono andate dimenticate tutte le magagne di una squadra, il Catania, finora incapace di mostrarsi in trasferta tale e quale è in casa. E di una squadra, il Trapani, che in casa trita tutto e tutti.

Galeotti pure i nove punti nelle ultime quattro partite. Già, ma con tre giocate in casa. Capaci di riportare la classifica in quali condizioni? Definite e definibili migliori od incoraggianti solo rapportate al fondo della classifica.. Storia di neanche un mese fa.  Niente a confronto con le ambizioni di una squadra definibile e definita (in settimana): “forte così com’è”, “capace di battere tutti”. Ma quale Catania, questo?

No, davvero. Nessuna scoperta. Quale meraviglia? Solo rivedere il pubblico etneo contestare apertamente la squadra, con Cosentino al seguito, quando c’è da rientrare negli spogliatoi. Effetto illusione. Conseguente delusione. D’altronde, un Catania così inconsistente non se l’aspettava nemmeno Sannino. Alla vigilia chiamava una squadra sul modello di quella vista nel primo tempo contro il Varese. Gli ha risposto una peggiore di quella definita ‘senza benzina’ in quel secondo tempo.

Ma poteva, dopo due mesi con Sanino in panchina, essere davvero quello, il Catania? No, davvero. Come neppure quello, fischiato nuovamente, il Leto detto e visto in crescita nelle ultime partite. É quel che è venuto fuori alla fine, ma già dall’inizio della ripresa. E ciò al cospetto dello stesso Trapani, premesso e promesso. Due reti, due gol di Leto. Un pareggio che Rosina avrebbe potuto trasformare in vittoria come un rigore (plausibile), all’ultimo secondo, in sconfitta.

Così, alla fine, la più grande meraviglia è riconosce che derby doveva essere e derby è stato. Imprevedibile, perciò emozionante. Ricco di contraddizioni, per questo ancor più ‘siciliano’. Lo spettacolo l’ha dato una squadra per tempo, mai entrambe allo stesso. Prima il Trapani, poi il Catania. Quindi? Applausi per tutti. I granata a festeggiare sotto la loro curva, i rossazzurri ad applaudire e lanciare le magliette verso i loro tifosi. Niente di prevedibile all’intervallo.

Ora, che Catania prevedere per la gara col Latina (che non sarà un derby)?