Segno di continuità più evidente col recente passato sarebbe stato complicato da trovare. Il Catania vuol ripartire col piede giusto e per far ciò si affida al tecnico che i tifosi hanno salutato nell’ultima uscita stagionale al Massimino, quella dello storico record di punti. Allo stesso modo, quel tecnico, riparte dalla gara che ha segnato la stagione della sua squadra. Non di Simeone parliamo ovviamente, ma di Vincenzo Montella, ex giocatore, che due anni prima, contro il Catania, il 17 Maggio 2009, disse addio al calcio, ex tecnico della Roma, che perdendo 3-2 a Catania, il 15 Maggio, disse addio al sogno Champions e che, da quel “clima ostile” trovato in Sicilia riparte, per rilanciarsi nel orbe degli allenatori di futuro successo.
Da un laziale, ad un romanista il passo non è breve, e nemmeno agevole. Circostanze meta-calcistiche che la società ha fatto bene ad ignorare, come bene ha fatto a sorvolare sull’esistente ed insistente contrarietà dei tifosi più “pasionari” all’investitura a tecnico di una bandiera romanista, in un periodo in cui “il romanista” è il più antipatico ed insopportabile degli avversari, probabilmente più del tanto vituperato ma pur sempre rispettoso e quindi rispettabile “palermitano”.
Nessuna rivalità, cieca o ragionata, può esser anteposta al bene del Catania. E’ questo l’insegnamento da apprendere, e che aiuterà l’ambiente tutto a scalare un ennesimo gradino nell’ascesa verso la piena maturità. Fintantoché si lavora per far il bene del Catania, il passato non conta né può contare. Metteremo di canto il sesto, dei sette goal di quel Roma – Catania, l’ultimo in giallorosso per Montella; metteremo di canto anche la raccomandazione di Totti all’addì Lo Monaco proprio il giorno del 3-2 :“Ao, questo è uno bravo ad allenà, pijatelo”; metteremo di canto l’immagine dell’ “Aeroplanino” con la maglia giallorossa, degli striscioni e dei cori dedicatigli dalla sua Curva Sud, della quale era bandiera.
Per tre volte, contro il Catania, si è fermato il cammino del Montella romanista (allenatore, giocatore, goleador). Tre volte, punto ed accapo. Adesso, punto ed accapo, il suo cammino riparte proprio da Catania; perché Catania, punto ed a accapo, non dovrebbe ripartire da Montella?
Chiudere tutto in un cassetto, aprirne un altro da riempire con nuovi ricordi. Se è vero che il passato non esiste che nella nostra memoria, non ci sono che motivi astratti ad alimentare pregiudizi su quel che di buono potrebbe far Montella al Catania. Concretamente invece, i presupposti possono esserci tutti, prima d’ogni cosa perché alle spalle del nuovo tecnico ci sarà una società come sempre forte ma protettiva, che lo aiuterà a crescere e che, facendo ciò, lo potrà tenere a riparo da scossoni sia esterni che interni.
Montella è un giovane allenatore, ma è anche e soprattutto un uomo che conosce il calcio essendone stato diretto protagonista, un vincente abituato a vincere, una personalità carismatica e di grande impatto all’interno di qualsivoglia spogliatoio. Prerogative rivelatesi vincenti in un ambiente atipico come quello etneo, e sulle quali la società ha deciso di scommettere stavolta sin da inizio anno anziché ricercarle a metà stagione, per riparare all’errore di aver puntato su di un tecnico preparato più nell’impostazione della gara che non nella gestione dello spogliatoio.
Le doti da “stratega” del nuovo allenatore sono tutte ancora da appurare, ma se l’obiettivo della società al momento d’affidarsi a Simeone era quello di trasformare il Catania in una squadra “palluta”, la scelta Montella è un’assicurazione di continuità. Dal lato opposto, va osservato come per lo stesso Montella il Catania rappresenti l’alternativa più adeguata a ripetere le passate fortune. Un giocatore, un allenatore abituato al solo terreno romanista è un’incognita se estirpato dal suo habitat naturale, ancor di più se trapiantato in un ambiente scettico, ostruttivo in luogo di quello fiducioso e collaborativo lasciato a Roma.
Per queste ragioni il Catania è la società più adeguata a Montella, e la piazza farà il bene della propria squadra solo accogliendo fiduciosamente il nuovo tecnico. Viceversa, è Montella l’allenatore, sulla piazza, più adeguato al Catania. Se la giovane età del tecnico potrebbe prefigurare una scommessa, la solidità di una società forte e le strutture messe a disposizione dall’appena inaugurato centro sportivo, riducono il margine di rischio e per la dirigenza e per il tecnico stesso, che sarà chiamato ad aprire un ciclo, duraturo, in ragione della sua proficua esperienza come allenatore delle giovanili giallorosse.
Un Catania non “più italiano”, forse meno argentino, certamente sempre più giovane ed orientato alla valorizzazione dei giovani. Il progetto calza alla perfezione con quel che può garantire Montella, col compito svolto finora con profitto in un ambiente certo meno competitivo, come quello delle giovanili, ma che non c’è ragione non possa ripetersi anche nel professionismo, se adeguatamente supportato dalle altre componenti.
Insomma, ci e vi risparmiamo “Pulvirenti ingrossa la sua flotta con un aeroplanino”, né a “Vincenzino” né all’ “aeroplanino”, facciamo gli auguri a “Mister” Vincenzo Montella, tecnico rossazzurro.
[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]