C’era una volta il gigante Lucio che fermava i titani a Stamford Bridge. Ieri sera, a Bari, abbiamo visto all’opera un difensore della Juve piuttosto impacciato quando ha spalancato le porte, o meglio la porta difesa da un incolpevole Storari, all’1-0 nerazzurro firmato Cou. Perdonabile qualora si fosse trattato di uno dei Primavera chiamati in squadra da Conte. Tecnico che vorrà comunque perdonare la disattenzione del suo nuovo leader in retroguardia, d’altronde, in questi casi, si parla sempre di calcio d’estate…
Luglio ci consegna un’Inter in rodaggio, con la mente proiettata ai preliminari di Europa League e le quattro vittorie in amichevole, ottenute sul campo. Sul conteggio non crediamo di sbagliarci. Se prima si è trattato di sfide considerate alla stregua di mere sedute d’allenamento, quelle contro la rappresentativa trentina e gli sloveni del Koper, stavolta l’avversario si chiamava Juve, e poi Milan, affrontati nel torneo che per tradizione è sempre stato amico ai nerazzurri. Sulla panchina di Stramaccioni campeggia il cartello ‘work in progress’, ancora per poco visto che già il 2 agosto verranno messi in mostra i primi lavori. Molti dei segnali sono però senz’altro incoraggianti.
Il Trofeo Tim arriva con un mese d’anticipo rispetto allo scorso anno, quando si respirava appieno il clima campionato. Oggi è un’altra storia, tra colpi di mercato ancora in canna e condizione atletica non al top. Eppure l’Inter deve correre, e lo fa dando le risposte che si aspettano il tecnico e i tifosi. Innanzitutto Coutinho, trequartista rigenerato sia sul piano fisico che su quello mentale. Rapace e cinico quando beffa e infilza la difesa avversaria nel primo dei due mini-match, intraprendente e sempre nel vivo dell’azione nel resto del torneo; è l’acquisto più importante di Strama e gioca in casa, gli elogi di giornata (stra)meritati.
Il 7 sulle spalle è un messaggio per Pazzini, mentre altri numeri e giocate in questo pre-stagione sono tutti indirizzati al tecnico che ha creduto in lui. C’è poi Palacio che quasi da solista, come al Genoa, ribalta il derby con il Milan. Nel pari il sigillo è di un Guarin già a livelli da Europa, quella che insegue e che ha vinto due anni fa con la maglia del Porto, ma il pennello che dipinge il cross è sempre il destro del Trenza. Lo stesso che chiude i giochi con un diagonale imparabile. Piccole ombre invece dietro dove rimangono da oliare i nuovi meccanismi di copertura, con la coppia Chivu-Ranocchia trovatasi a volte in affanno. Luci e applausi per il nuovo muro Silvestre e il debuttante Mbaye.
È solo calcio d’estate ma oggi i tifosi nerazzurri possono dormire sogni tranquilli. In attesa di Sneijder e Samuel, senza dimenticarci di Obi e sperando nei rinforzi inseguiti, la nuova Inter comincia già a prendere forma. Chi ben comincia…
[Daniele Alfieri – Fonte: www.fcinternews.it]