Nel corso della propria carriera ha ricoperto ruoli diversi ma è sempre riuscito ad incantare il pubblico. Tullio Solenghi è accostato molto spesso al famoso trio, che fondò assieme a Massimo Lopez e ad Anna Marchesini, ma il successo non si è certo esaurito con quella fortunata esperienza. Conduttore di un’edizione di Domenica In e di Striscia la Notizia, ed ospite fisso a Convescion e a Quelli che il calcio in veste di imitatore, ha affollato molti teatri con spettacoli di ottimo livello come “Le nozze di Figaro”, “La bisbetica domata”, “Insalata di riso”, “La strana coppia”, “Frankenstainmusical” e “L’ultima radio”.
A partire dalla metà di novembre, l’attore riproporrà con Maurizio Micheli “Italiani si nasce e noi lo nacquimo”, spettacolo sui centocinquant’anni dell’unità d’Italia. Solenghi ha stregato anche il mondo del cinema e della fiction interpretando personaggi molto amati. Artista ma anche grande tifoso del Grifone. In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, Tullio Solenghi racconta il proprio amore per il Genoa.
Al terzo tentativo stagionale, è arrivata la prima vittoria casalinga. Come valuta la partita contro il Bari?
«Dovremmo fare in modo di giocare sempre in inferiorità numerica considerando la grande ripresa che abbiamo disputato. Nel momento di maggior difficoltà è uscito l’orgoglio della squadra e, da lì in poi, il Genoa ha preso in mano le redini dell’incontro concedendo un solo tiro in porta agli avversari, sventato da Eduardo, portiere tornato all’altezza del proprio valore. Una cosa è certa, con il Genoa bisogna sempre soffrire. Ma al 95’ la gioia è stata tanta».
Su quali giocatori punta per auspicare una stagione rossoblù di alto livello?
«Mi aspetto molto da Miguel Veloso. I piedi buoni ce li ha e nessuno li mette in discussione. E’ capace di cambiare il gioco con grande facilità e di effettuare passaggi millimetrici. Manca ancora un po’ sotto il profilo della continuità ma bisogna dargli il giusto tempo. Palacio, invece, si sta esprimendo a livelli ancora più elevati rispetto all’anno scorso mentre Toni alterna momenti opachi a grandi giocate. Grazie ad una di queste, però, il Genoa è riuscito ad aver ragione del Bari».
Il tifoso genoano è unico. Non fa mai mancare il proprio apporto ma basta una sconfitta per deprimerlo ed una vittoria per esaltarlo. Si è dato una spiegazione?
«Il tifoso rossoblù è sempre stato abituato a soffrire nel corso degli anni e, di conseguenza, la sua tenuta emotiva è costantemente a rischio. Inoltre il Genoa ha alternato prestazioni da Champions League ad altre da serie C e ciò non fa altro che destabilizzare. Più facile, invece, la vita di un tifoso che sa già che la propria squadra del cuore si ripeterà sempre sugli stessi livelli, vuoi da prime posizioni, vuoi da lotta per la salvezza. Anche in questo avvio di stagione la squadra rossoblù è stata molto alterna: in alcune gare, e mi riferisco al Chievo in casa, la prova è stata poco edificante, altre volte, invece, il rendimento è stato elevato. La garanzia si chiama Gian Piero Gasperini. Si tratta di uno dei più bravi allenatori in circolazione e bisogna cercare di sfruttarlo al massimo».
Secondo lei qual è la reale dimensione del Genoa?
«A mio avviso vale un posto in Europa League. Questo, a mio avviso, sarà un campionato molto difficile in quanto le squadre di prima fascia sembrano tutte in grado di confermare le aspettative. Non individuo una big che possa fallire completamente. L’Inter non è in discussione, il Milan sta andando forte e la Juve si sta risvegliando. Finora solo la Roma appare un po’ in difficoltà: ironia della sorte sarà il prossimo avversario del Genoa. Far punti all’”Olimpico” mi pare un’impresa disperata ma i ragazzi di Gasperini ce la metteranno tutta».
A quando risale la fede rossoblù di Tullio Solenghi?
«Dalle scuole elementari a Sant’Ilario. In tutti questi anni ricordo momenti esaltanti ed altrettanti tristi. Il più bello coincide con un personaggio come Gigi Meroni, un poeta del calcio, un’icona incancellabile. Un giocatore di estro, fantasia, un’immagine inconsueta, un vero guascone. L’episodio più mesto, invece, riguarda quel Genoa – Inter che ci condannò alla serie B, con Pruzzo in procinto di passare alla Roma che fallì un calcio di rigore».
Come vive le partite del Genoa quando si trova sul palcoscenico?
«Mi è accaduto e continua ad accadere spesso che il Genoa giochi contemporaneamente ai miei spettacoli. Fin dai tempi del trio avevo in quinta un collaboratore che mi aggiornava costantemente sul risultato della squadra. E i miei colleghi sostenevano che, dalla mia recitazione, si capiva se il Genoa stesse vincendo o perdendo».
Il derby e Tullio Solenghi…
«La partita dell’anno. Cerco di mantenere il tifo all’interno del lecito. Ho due figlie e le ho portate spesso allo stadio anche quando erano piccole. Le esasperazioni non le condivido, gli sfottò mi divertono. In una definizione, il derby è una partita da vivere all’insegna di una sana ironia».
[Claudio Baffico – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]