Nel calcio di quelli che preferiscono l’appetitoso campionato russo alla serie A per inseguire il dio denaro (dice:Tutti avrebbero fatto come Eto’o. Vero, ma se già guadagni dieci milioni di euro puoi anche decidere di accontentarti…) ecco un raggio di sole, anzi due. Il primo si chiama Cesc Fabregas, professione centrocampista pallonaro, carattere da mulo. Ad affare “Arsenal-Barcellona” concluso possiamo dirlo con ragionevole certezza: il Milan ha provato a convincere lo spagnolo e probabilmente ora se ne pente. Gli strateghi del diavolo ce l’hanno messa tutta recitando il comandamento non scritto secondo cui “con un po’ di strategia, un’iniezione di denaro e un buon uomo mercato si può far cambiare idea anche al re dei testardi”. Non tutti però si chiamano Ibra o Eto’o, c’è ancora chi crede che il cuore valga più del portafoglio. E così Fabregas stravince la sua battaglia: guadagnerà qualche soldo in meno ma finisce nella squadra più forte del mondo, la sua squadra, quella da cui è stato strappato otto anni fa. Ha sofferto come un cane abbandonato all’autogrill, ora si prende la sua rivincita. I dirigenti rossoneri non ammetteranno mai il tentativo mancato con lo spagnolo, anche perché se lo facessero noialtri saremmo pronti a punzecchiarli al grido di: . Per Galliani, Raiola, Braida e dirigenti rossoneri vari non sarà facile coprire il buco a centrocampo, ma è semplice pensare che il “ripiego” avrà le fattezze dell’ottimo Montolivo, molto meno celebrato di Cesc ma probabilmente più funzionale agli schemi di Allegri. I rossoneri, insomma, cadono in piedi. Quanto a Fabregas, come molti siamo convinti che in blaugrana dovrà sudare per conquistare una maglia da titolare (Alcantara è un fenomeno vero) ma nonostante tutto siamo con lui, “giovane-vecchio” innamorato di un ideale.
La settimana delle storie da “libro Cuore” non si completa con la favella dello spagnolo. Dalle nostre parti è nata una stella (magari mezza, ma tant’è) innamorata del bianco e del nero. Si chiama Cristian Pasquato e a 22 anni non possiamo propriamente chiamarlo “ragazzino”, anzi. Come per Fabregas ci troviamo di fronte a un giocatore innamorato di una squadra prima ancora che del calcio. . Lo presero per pazzo. Lui, giocatore acerbo finito a farsi le ossa in serie B (l’anno scorso al Modena realizzò cinque gol su punizione nelle prime sei giornate), ora è tornato a casa e ha tutte le intenzioni di restaci. Ha rifiutato le offerte di Cagliari e Novara e mister Conte l’ha responsabilizzato a dovere (sempre titolare nelle amichevoli pre-campionato della Signora). Forse non siamo al cospetto del nuovo Del Piero, ma di sicuro la Juve ha bisogno di giocatori come lui, costati niente (miracolo!) e disposti a sudare sangue per la maglia della Signora. Scommettiamo che finisce per convincere anche Prandelli?
Marotta incassa il colpo a costo zero ma, soprattutto, pensa a spendere quel poco che è rimasto in cassa: oggi si proverà a convincere il Chelsea a mollare Alex, quello che sì, in mezzo alla difesa può dare una bella mano a Chiellini, così come però può darla l’economicissimo Lugano (soprattutto dal punto di vista caratteriale). Evidentemente, però, l’uruguaiano non ha doti a sufficienza per convincere il dg a deviare dall’equazione1 (“giocatore a basso costo = mezzo bidone”) all’equazione 2 (“giocatore a basso costo = affare”). In ogni caso – bisogna riconoscerlo – in casa bianconera stanno portando a termine un mercato da leccarsi i baffi.
Diversa, molto diversa, la situazione dalle parti di Appiano Gentile. Con Eto’o già accasato all’Anzhi (uno degli attaccanti più forti in circolazione in una delle squadre meno affascinanti che si siano mai sentite: roba da matti…) e il mercato che viaggia veloce verso il 31 agosto (oltre non si va), ai più sembra evidente che Moratti non abbia le idee chiare su quel che va fatto per completare la rosa di Gasperini. Pensare di sorpassare il Milan (e figuriamoci le grandi d’Europa…) con una squadra che necessita almeno di un paio di perle a centrocampo per tornare ai livelli di due anni fa (un centrale e un esterno a sinistra), significa credere alle favole. C’è chi nomina il sogno proibito Robben, ma la verità è che il giocatore più vicino a vestire il nerazzurro si chiama Tevez. Una prima punta nella squadra satura di prime punte con l’allenatore che gioca con un’unica punta… Mah…
[Fabrizio Biasin – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]