Tutti pazzi per il Loco. Spunta la voce di un patto con Moratti, ma…

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Il Sud America è la patria dei soprannomi, però spesso sentiamo i soliti. Chiamare qualcuno ‘loco’ è molto diffuso: succede perché, in un qualche momento della tua carriera hai commesso qualcosa di pazzo. Sarà capitato così anche a Marcelo Bielsa, chiamato Loco. Un’etichetta che ormai non gli si spiccicherà più di dosso. Sembra averlo pensato anche lui di sé stesso, quando lo scorso anno rifiutò – anche se il termine rifiutare è improprio – la panchina dell’Inter per sposare il progetto dell’Athletic Club. In un mondo di mezze figure, il suo livello di uomo non si discute: aveva dato la parola a Urrutia, candidato presidente dei baschi e poi eletto numero uno dei Leoni di Bilbao.

PATTO MASSIMO-MARCELO – Quello che sta venendo fuori dalla Spagna, però, è una sorta di patto instauratosi tra Massimo Moratti e il tecnico argentino. Un accordo che si sarebbe concretizzato con la firma di un solo anno tra lui e l’Athletic. Al termine del quale, non a caso, il rinnovo stenta ad arrivare, nonostante le pressioni dell’ambiente ormai pazzamente innamorato del Loco. Eppure, nella Liga le cose non vanno benissimo, vista la distanza dai posti europei. La stagione, per il momento, è salvata dalle coppa: Athletic in finale di Copa del Rey, dove affronterà il Barcellona (automatica la qualificazione in Europa League 2012-13), e con un piede e mezzo in semifinale di Europa League, dopo il 4-2 di Gelsenchirken.

TUTTI PAZZI PER IL LOCO – E allora perché sono tutti pazzi per il pazzo? Complimenti da ogni dove. Lo stesso Guardiola si è inginocchiato dinanzi all’ex Ct di Argentina e Cile. Evidentemente, il fatto di progettare una squadra piena zeppa di giovani, farla rendere al massimo e forse oltre i propri limiti, giocare a viso aperto contro tutto e tutti, esprimere manovre armoniose e avvolgenti è bastato per convincere tutti della sua bravura. Quanto questo poi si sposi con il calcio italiano è tutto da verificare. Bielsa anche quest’anno era partito con il suo mantra, il 3-1-3-3, per poi accantonarlo gradualmente in luogo di un più ‘europeo’ 4-3-3. Ma attenzione, perché questo dell’argentino, a differenza di molti altri, è un 4-3-3 puro, forse più offensivo persino di quello di Zeman. I due terzini salgono sempre e comunque, uno dei due centrali difensivi è diventato Javi Martinez (centrocampista centrale), e i due interni di metà campo, al fianco di Iturraspe, sono De Marcos e Ander Herrera, due centrocampisti offensivi e non due portatori d’acqua. In Italia, per capirci, sarebbe come se l’Inter giocasse con due Maicon come terzini, un Cambiasso in difesa e due Sneijder ai lati di un regista basso. Il tutto con un tridente puro, composto da due ali vere e un centravanti.

STRAMA C’È – Insomma, se da un lato la suggestione attrae e i contatti tra l’entourage di Moratti e il tecnico argentino sono reali (lo 007 nerazzurro ha seguito da vicino anche l’ultima impresa dell’Athletic sul campo dello Schalke 04), dall’altro le valutazioni dovranno essere approfondite. Senza dimenticare che al momento, l’Inter un tecnico ce l’ha, sebbene in molti sembrano dimenticarlo. Andrea Stramaccioni, per quanto ne sappiamo, potrebbe tranquillamente guadagnarsi sul campo, e non a parole, la riconferma per la prossima stagione. Lo sperano i tifosi. E lo spera, ne siamo convinti, anche Moratti, che si ritroverebbe un allenatore giovane, frizzante, con idee nuove, fatto in casa e con l’Inter stampata nell’anima.

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]