La Pasqua si avvicina, il cioccolato abbonda e il Bologna è già praticamente salvo. La trasferta di oggi a Udine non è però una festosa scampagnata ma un’ottima occasione per migliorare ulteriormente la classifica e costruire un finale di stagione sulla falsa riga di quello dello scorso anno. Come al solito Di Natale non dovrebbe esserci ma alla fine è in campo, Pioli invece deve rinunciare ai due leader Diamanti e Perez e affida la fascia da capitano a Gilardino. Si rivedono dall’inizio Motta e soprattutto l’idolo delle folle Pazienza, il trequartista è Christodoulopolos. Piove a dirotto e non accenna a smettere, si parte.
Nel primo tempo decisamente meglio i padroni di casa, più tonici e reattivi, contro un Bologna sì ordinato ma un po’ troppo molle. Allan e Lazzari organizzano bene la manovra, Pereyra e Maicosuel si inseriscono un po’ da tutte le parti, il piccolo napoletano col numero 10 è il solito pericolo costante. La difesa comunque regge, sorretta dai centrali Antonsson e Cherubin, da un Morleo molto attento in fase di copertura e soprattutto da un Curci in stato di grazia. Al 14’ il portiere romano respinge d’istinto un colpo di punta di Pereyra dopo un triangolo in velocità tra Lazzari e Gabriel Silva, al 28’ devia sul palo una gran botta dalla distanza di Allan e al 35’ blocca sicuro una rasoiata Basta. È la dea bendata invece a salvarlo al 41’, quando il perfetto sinistro a girare di Lazzari va a stamparsi sulla traversa. Si suda freddo e ci si esalta solo per una bella percussione centrale di Kone al 16’, con il greco che conclude però malissimo col destro. Da segnalare anche un episodio dubbio al 18’, quando Domizzi controlla nettamente il pallone con un braccio, impedendo a Gabbiadini di intervenire e interrompendo una chiara occasione da gol. Ad arbitrare sono in metà di mille ma non se ne accorge nessuno, avanti pure. Reti bianche all’intervallo e va benissimo così.
Nella ripresa i rossoblù partono molto meglio rispetto alla prima frazione e provano a pungere i friulani con una serie di scambi fra Gilardino e Christodoulopoulos, anche se le conclusioni che ne derivano finiscono tutte strozzate o rimpallate. Guidolin intanto inserisce il colombiano Muriel e Pioli risponde con Krhin e Guarente al posto dei deludenti Pazienza (tanti falli e poca lucidità, nulla di nuovo) e Lazaros (da rivedere ancora, nella speranza che lo splendido esordio contro la Fiorentina non sia stato solo un fuoco di paglia).
L’Udinese aspetta, sorniona, dando l’impressione di non avere più le forze per impensierire un Bologna in pieno controllo del match. Al 20’ arriva però la fiammata improvvisa: Pereyra si fionda in area di rigore bruciando sul tempo Taider che molto ingenuamente lo sbilancia, per il signor Giacomelli è rigore. Ecco, ti pareva, il solito gollettino di Di Natale che non doveva nemmeno giocare… E invece no, perché Curci indovina l’angolino basso alla sua destra e neutralizza il penalty del capitano bianconero. Nella stagione dei tanti punti persi per colpa dei portieri (nello specifico di Agliardi), ecco che per la prima volta è un estremo difensore a mettere del fieno in cascina.
Nel finale di gara i ritmi si abbassano, il Bologna fa circolare bene il pallone sul terreno ormai fradicio d’acqua e il pareggio sembra andare bene un po’ a tutti. L’ultimo ad arrendersi è il mastino Domizzi, che proprio all’ultimo minuto si sgancia dalle retrovie, duetta con Pasquale e scarica un sinistro violentissimo che chiama ancora Curci alla prodezza, questa volta coi pugni. San Gianluca, il migliore in campo, senza alcun dubbio.
L’arbitro manda tutti al riparo dalle intemperie di questo rivedibile inizio di primavera, la gara termina 0-0 e viste le assenze pesanti, il campo insidioso e l’avversario sempre ostico c’è da essere molto soddisfatti. Un punto che significa quota 36 in classifica, un punto che, grazie al contemporaneo pareggio tra Genoa e Siena, permette ai rossoblù di mantenere dieci lunghezze di vantaggio dai toscani terzultimi. Non è stato un gran Bologna ma è stato un Bologna concentrato, organizzato, sul pezzo, lontano anni luce da quello impacciato e frastornato visto molto spesso fuori casa nella prima metà del campionato. Partenza un po’ troppo timida, è vero, ma contro una squadra compatta, aggressiva, veloce, che gioca a memoria e che al Friuli ha messo in difficoltà praticamente tutti. Forse con le magie di Alino e le scivolate di Perez saremmo qui a parlare di un risultato ancora migliore, ma con questi ragionamenti si va poco lontano.
I risultati importanti si strappano anche così, grazie alle prodezze del proprio portiere, elemento fondamentale per ogni squadra di calcio che si rispetti. Era da tempo immemore che non succedeva, forse non ci eravamo più abituati.
[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]
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