É fragile la Lazio, che in campo non mette nulla di quanto servirebbe per portare a Roma un risultato positivo. Mancano fame e grinta, mancano organizzazione difensiva e manovra offensiva. Una manna per l’Udinese che domina la ripresa e non infligge alla Lazio un passivo ancor più pesante solo per mancanza di cinismo. Petkovic esce dal “Friuli” con le ossa rotte: la difesa a tre delude ancora una volta, così come non convince la scelta di puntare su giocatori in grave difficoltà fisica come Mauri, Stankevicius e Dias. Ora l’obiettivo è chiudere dignitosamente un campionato che, fino a gennaio, sembrava potesse riservare ben altre soddisfazioni.
FORMAZIONI – Sorprende Petkovic, rilancia Dias e sceglie la difesa a tre con Biava e Ciani a completare il pacchetto. Il tecnico di Sarajevo opta per il 3-4-2-1, con Stankevicius e Gonzalez sugli esterni e la coppia Ledesma-Onazi a fare da scudo alla retroguardia. Candreva e Mauri sono gli ispiratori alle spalle di Klose. Guidolin ritrova Benatia e Di Natale, ma deve rinunciare a Muriel. Al posto del colombiano c’è Zielinski, con Pereyra a comporre il tandem alle spalle dell’attaccante napoletano.
PRIMO TEMPO – Bruttino. La Lazio fa la partita, ci prova almeno, soprattutto grazie all’intraprendenza di Candreva e ai movimenti di Klose che apre spazi e dialoga bene con il compagno che, ancora una volta, conferma di vivere un ottimo momento di forma. La coppia ci prova subito, ma Klose non arriva sul cross tagliato di Candreva e Brkic può tirare un sospiro di sollievo. La Lazio è intraprendente, ma non riesce a graffiare perché Mauri ci mette impegno e senso tattico, ma non sta bene e si vede. Condizione precaria, come quella di Stankevicius che al 18’ si fa infilare alle spalle da G.Silva, il cross del brasiliano spiove dalle parti di Di Natale, furbo a staccarsi dalla marcatura di un disattento Ciani e poi magistrale nel freddare Marchetti con una mezza rovesciata da antologia.
La Lazio reagisce subito e dopo un’azione insistita è Ledesma a tentare la conclusione, Brkic risponde presente. In un primo tempo povero di contenuti tecnici, Klose prova ad accendere la luce, ma il suo tiro, dopo una percussione insistita, viene stoppato addirittura da Benatia. Al tedesco risponde sempre Di Natale, anima e cuore dell’Udinese: il numero 10 bianconero è un pericolo costante, soprattutto per una difesa lenta e impacciata come quella della Lazio. Difesa che rischia il pasticcio al 30’, quando Dias non s’intende con Marchetti e per poco Basta non ne approfitta per il più facile dei tap-in. Si salva la Lazio che crea mole di gioco importante, ma attacca con pochi uomini per portare pericoli particolari alla porta dell’Udinese.
SECONDO TEMPO – La squadra di Guidolin, cresciuta nel finale di primo tempo, conferma i progressi anche in avvio di ripresa. Anche perché, durante i primi 45’, nonostante il gol subìto, si era vista una Lazio intraprendente, quella della ripresa invece dà vita a uno spettacolo poco degno. L’Udinese domina, soprattutto sugli esterni dove Basta e Silva vincono i confronti diretti contro Gonzalez e Stankevicius, Di Natale e Zielinski sono spine che la difesa a tre (scelta errata) messa in campo da Petkovic non riesce a contenere. La prima occasione arriva al 61’ con un il giovane polacco che, dopo aver dialogato con Di Natale, conclude addosso a Marchetti. La Lazio è inerme, senza collegamenti tra i reparti, senza neanche la giusta cattiveria agonistica per opporsi all’avversario. Petkovic avverte le grandi difficoltà dei suoi e prova scuoterli inserendo nel giro di pochi minuti Ederson, Hernanes e Floccari al posto di Ledesma, Stankevicius e Mauri. Gli ultimi due in evidente debito di fiato e condizione.
L’ingresso dei brasiliani non porta grandi benefici, perché l’Udinese continua a manovrare bene, adesso anche per vie centrali con Zielinski che fa impazzire Dias. Il polacco ha talento e l’ennesima combinazione con Di Natale viene stoppata da Ciani proprio quando, ormai, la porta della Lazio sembrava meta raggiungibile. Quella biancoceleste è una squadra senza anima, non lotta, perde tutti i confronti diretti, non gioca da collettivo. Brkic è spettatore non pagante, non deve mai toccare il pallone e solo lo scarso cinismo dell’Udinese evita alla Lazio un passivo in stile Catania e Siena. I bianconeri amministrano e portano a casa tre punti pesanti per continuare a sperare nell’Europa. Europa che la Lazio sembra voler difendere solo a parole. 12 punti in 14 partite nel girone di ritorno, vittoria in trasferta che manca da 4 mesi. Numeri da serie B. Numeri che testimoniano di una squadra ormai senza obiettivi. Almeno in campionato.
[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]
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