Segnare non è il suo mestiere. Almeno, non dovrebbe esserlo. Eppure a Verona il mattatore è stato lui: Gabriele Angella. Due reti che riportano in vita in bianconeri per due volte dopo essere stata sotto in altrettante occasioni. Prima la rete di Andreolli, poi il rigore di Paloschi. In mezzo questo difensore nato a Firenze e cresciuto nel florido vivaio dell’Empoli.
Fa specie pensare che prima della trasferta del Bentegodi, Gabriele aveva segnato solo una rete nei campionati professionistici, con la maglia della Reggina nel derby contro il Crotone. Prima e dopo solo un compito: impedire agli attaccanti avversari di far gol. E ci è riuscito piuttosto bene, visto che già 19enne l’Empoli l’ha lanciato in pista, o meglio, sul rettangolo verde, facendolo diventare in pochissimo tempo un perno. La stessa Nazionale under 21 non è rimasta indifferente, a settembre 2009 Pierluigi Casiraghi gli dà la possibilità di vestire d’azzurro durante le qualificazioni per gli Europei contro il Galles. Per lui altri 3 gettoni e una crescita che non si ferma: l’Udinese si accorge di lui, lo prende e gli fa assaggiare la Serie A. Poi lo manda a maturare in B ed eccolo di nuovo in Friuli, fresco dell’esperienza con la Reggina, pronto a diventare importante per Guidolin. Col Chievo era la terza presenza e già gli basta per diventare il secondo cannoniere dell’Udinese dietro l’irraggiungibile Di Natale. Bellissimo e inaspettato. Ma non chiedetegli prodezze del genere ogni domenica…
[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]