GINEVRA – La bomba è esplosa poco dopo la mezzanotte con la nascita ufficiale della Superlega, la nuova competizione con tre club italiani quali Juventus, Inter e Milan. Lo strappo, per usare un eufemismo, non è affatto piaciuto alla UEFA che, già nel pomeriggio, aveva annunciato pesanti sanzioni nei confronti dei club partecipanti alla nuova competizione. “I club coinvolti saranno esclusi da qualsiasi altra competizione, sia nazionale che europea o mondiale, e ai loro giocatori sarà negata la possibilità di rappresentare la squadra nazionale”. La stessa UEFA, insieme alle Federazioni e alla FIFA, è si è subito messa in moto studiando una causa da 50-60 miliardi per danni e mancati guadagni e l’esclusione delle ‘ribelli’ dal sistema.
I club della Superlega, nel lungo comunicato pubblicato questa notte, hanno risposto così: “I club partecipanti continueranno a competere nei loro rispettivi campionati nazionali. Preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club”. Queste le parole del presidente della Superlega, Florentino Perez: “Aiuteremo il calcio ad ogni livello e lo porteremo ad occupare il posto che a ragione gli spetta nel mondo. Il calcio è l’unico sport davvero globale con più di quattro miliardi di appassionati e la responsabilità di noi grandi club è di rispondere ai loro desideri”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Joel Glazer, co-chairman del Manchester United e vicepresidente della Super League: “Mettendo insieme i più grandi club e giocatori del mondo ad affrontarsi per tutta la stagione, la Super League aprirà un nuovo capitolo per il calcio europeo, assicurando una competizione e strutture di prim’ordine a livello mondiale, oltre a un accresciuto supporto finanziario per la piramide calcistica nel suo complesso”.
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