Ci siamo… quasi. La famosa cordata barese, è pronta a dire sì al galletto, entrando in società a pieno diritto. I Sigg. Guastamacchia, De Gennero e Ladisa, appoggiati ed invitati dall’unico socio della famiglia Matarrese, De Bartolomeo, pronti a varcare la porta principale della sede di via Torrebella e dare il là al nuovo sodalizio che, nell’immaginario comune, porterà, o porterebbe, linfa nuova e vitale alla società biancorossa.
Dopo settimane di chiacchierio, quindi, il prossimo fine settimana sarà, come da programma, quello decisivo, con i nuovi attesi alla prova della verità. Entreranno in società? Nulla è ancora scontato. La cordata ha chiesto precise garanzie, tra tutte quella sugli attuali debiti vantati dal bilancio dell’As Bari Spa, che dovranno essere onorati in toto dalla vecchia gestione. In secondo luogo, poi, la certezza che i loro capitali (circa 2 ml di euro al momento della sottoscrizione) siano destinati per intero alla costruzione di una squadra competitova per la prossima serie B. Poi, insieme, si penserà al futuro. In questo scenario, De Bartolomeo dovrebbe ricoprire la figura di presidente onorario, con un dirigente top (Marino?) a fare da amministratore delegato con pieni poteri nei trasferimenti dei giocatori.
Un Bari, dunque, dai cinque padroni e tutti alla pari (20% cadauno). Ma è davvero questo quello che la piazza auspicava per la sua creatura? L’ingresso di nuove energie non può far altro che soddisfare e fare ben sperare i tanti tifosi del galletto, ma siamo proprio sicuri che questo sia un bene per il Bari Calcio? Quando ci saranno le prime avvisaglie di fallimento e quando, inevitabilmente, arriveranno momenti difficili dove prendere decisioni importanti, chi guiderà il gruppo? Siamo davvero certi che, nel bene e nel male, i cinque capitalisti riusciranno a convivere sotto lo stesso tetto?
Tanti quesiti per nessuna risposta. I dubbi, legittimi, nascono dal fatto che nel calcio mai si è andati incontro ad una situzione similare. La maggior parte dei club di tutto il Mondo sono sempre stati controllati da una famiglie padone e da qualche buon socio, ed anche a Bari è sempre stato così. Sarà questa la strada da seguire? Pare proprio che altra soluzione non ci sia e, a dimostrazione di ciò, c’è il fatto che il Bari, alla fine, nessuno se lo compra per davvero. Altro che americani, arabi o miliardari dall’estero…
[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]
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