Un Cagliari quasi perfetto per oltre 80 minuti ferma l’Inter

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“Un sogno, fu un sogno ma non durò poco”. Così cantava l’immenso Fabrizio de Andrè in “Il medico”, straordinario pezzo del 1971, basato sull’Antologia di Spoon River. La frase disegna bene la gara di questo pomeriggio, con un Cagliari quasi perfetto per oltre 80 minuti, fino alla frittata combinata da un comunque ottimo Astori. L’Inter di Stramaccioni guadagna un punto, perché il 2-2 finale può sì lasciare l’amaro in bocca ai nerazzurri per non aver sfruttato il pareggio di ieri tra la capolista Juventus e la Lazio, ma di certo non avrebbe meritato il successo. Le polemiche sul rigore (netto, beninteso) non concesso ai padroni di casa guastano in parte l’eco dell’impresa compiuta dai rossoblù: il gruppo di Pulga e Lopez ha fatto, per quanto possibile, ciò che i tecnici avevano chiesto alla vigilia, quando l’ex mediano rossoblù aveva parlato di “Inter di un altro pianeta”. Errori individuali limitati all’osso e un gioco corale, di squadra.

La difesa ha sostanzialmente retto: contro un tridente come quello in dote all’Inter (Cassano-Palacio-Milito), subire “una rete e mezzo” è comunque un buon risultato, specie quando si riesce a portare a casa un punto. La mediana, specie nel primo tempo, ha dettato i ritmi del gioco: Conti e Nainggolan, con l’aiuto di Cossu, hanno diretto l’orchestra sui livelli cui avevano deliziato il pubblico rossoblù nelle passate stagioni, con Ekdal ordinato e attento sulle ripartenze nerazzurre. Nota di merito per l’attacco: sugli scudi, ovviamente, uno stratosferico Marco Sau. La sua prima doppietta in Serie A ha messo in mostra una parte delle sue abilità: tecnica sopraffina e velocità, unite a un fiuto del gol che, fatte le debite proporzioni, ricorda un grande come Totò Di Natale. Per quanto riguarda Nenè e Pinilla è mancato il gol, ma entrambi hanno sbattuto su un miracoloso Handanovic. Probabilmente, si potrebbe scherzare, si sono risparmiati la rete per lunedì prossimo, quando a Is Arenas sarà ospite il Napoli privo di Cavani, autentica bestia nera dei rossoblù: dopo la grande gara di oggi, sognare una vittoria non è poi così tanto utopico.

LA CRONACA – Pulga e Lopez scelgono Ekdal e Nenè invece di Dessena e Pinilla, con Rossettini ancora titolare al fianco di Astori. L’Inter fa paura, nonostante il centrocampo falcidiato, e lo dimostra già dal primo minuto: erroraccio del Tigre, palla in profondità per Milito che tira subito, trovando la decisiva deviazione di Astori in angolo. I nerazzurri vogliono approfittare del mezzo stop della Juventus, fermata sullo 0-0 dalla Lazio (e da Marchetti in particolare), perciò spingono da subito alla ricerca del gol del vantaggio. I rossoblù non sono da meno e all’8′ mettono una gran paura alla difesa di casa: cross dalla sinistra di Avelar per Nenè, la cui girata al volo è potente ma centrale, con Handanovic che si rifugia in angolo con un gran riflesso. Le premesse per una bella gara da parte del Cagliari ci sono tutte, ma due minuti più tardi è l’Inter a passare. Gran cross di Cassano dalla trequarti per Palacio, che scherza Avelar e Agazzi, depositando di testa il pallone in rete: siamo al 10′. La squadra di Pulga però non si demoralizza, costruendo varie occasioni da gol e chiudendo i nerazzurri nella propria metà campo.

Conti e Nainggolan prendono in mano il centrocampo, aiutati dal resto dei compagni: il belga-indonesiano ci tiene a far bella figura davanti alla famiglia, per questo tenta più volte – ma invano – la conclusione verso la porta di Handanovic. Il quale al 29′ compie il secondo grande intervento della sua gara: corner di Cossu, perfetto colpo di testa in anticipo di Astori, ma lo sloveno devia out la palla, diretta sotto l’incrocio. Il momento è propizio per un pareggio, ma per gli ospiti la sfortuna si mette ancora di traverso: numero di Avelar sulla linea di fondo (su un certo Zanetti), con cross teso e preciso verso Nenè, ben appostato al centro dell’area. Il colpo di testa del Tigre è potente e ben indirizzato, ma Handanovic è ancora una volta insuperabile, con la palla che finisce fuori sulla deviazione del numero 1 nerazzurro. Nell’occasione Nenè è costretto a lasciare il campo, in quanto nel “caricare” il colpo di testa va a incocciare sulla nuca del connazionale Juan Jesus, spaccandosi l’arcata sopraccigliare sinistra. È il 33′ e al suo posto entra il Pistolero Pinilla. Passata la paura, l’Inter si limita a rallentare il gioco, senza però essere pericolosa dalle parti di Agazzi e rischiando in più di un’occasione sui contropiede rossoblù. Come al 42′, quando un perfetto cross mancino di Cossu pesca in mezzo all’area il taglio di Sau, che in scivolata volante manda il pallone nell’angolino sinistro, ad Handanovic immobile. È il pareggio che scuote definitivamente il Cagliari, dando ulteriore convinzione nei propri mezzi e nella possibilità del colpaccio. Soprattutto dopo il gran riflesso di Agazzi sulla volée mancina di Milito (43′).

La ripresa vede i padroni di casa re-impadronirsi del gioco: Gargano e Cambiasso fungono da recuperatori di palloni per le invenzioni di Cassano, spesso e volentieri imprendibile nelle sue giocate. Come al 53′, quando un suo numero (filtrante di punta esterna ad uscire tra due rossoblù) serve Nagatomo, sul cui cross radente all’altezza dell’area piccola Milito spara altissimo a porta vuota, a un metro dalla linea. I primi dieci minuti sono difficili per il Cagliari: fioccano le ammonizioni (Astori, Nainggolan ed Ekdal), con gli avanti nerazzurri spesso imprendibili. È ancora Sau a suonare la carica, mettendo i brividi ad Handanovic al 55′, dopo una sontuosa sponda al volo di Conti: il sinistro dell’ex Juve Stabia termina però alto. È il preludio al gol del vantaggio rossoblù, davvero splendido per esecuzione. Cossu prende palla sull’out sinistro d’attacco, pennellando un cross per Pinilla, appostato dalla parte opposta dell’area interista: la palla sembrerebbe irraggiungibile, ma il Pistolero si esibisce in un’incredibile rovesciata volante, con la palla che colpisce il palo, proprio davanti a Sau. Pattolino scivola al momento del tiro ma riesce a compiere due finte di corpo, con cui scherza ben 5 avversari, depositando poi il pallone in rete con il sinistro. È il gol del meritato vantaggio rossoblù: l’Inter cerca immediatamente di reagire, punta nell’orgoglio. Pulga corre ai ripari, inserendo Dessena per Cossu e, successivamente, Ibarbo per Sau.

L’arretramento del baricentro, però, offre il fianco alle offensive interiste: Ranocchia si trasforma in un secondo centravanti, soprattutto nelle palle inattive, risultando più volte pericoloso. Ibarbo non riesce a tenere su la squadra con le sue fiammate, poco aiutato dal claudicante Pinilla, spesso toccato duro dai difensori di casa. Un disperato Strama tenta le carte Coutinho e Alvarez (per Juan Jesus e Cassano): è l’83’ e l’azzardo paga, con l’argentino che al primo pallone toccato spedisce un pericoloso tirocross nell’area rossoblù, trovando la maldestra deviazione di Astori, che beffa Agazzi già proteso in tuffo. Il 2-2 gasa gli interisti, che vanno più volte vicini al 3-2: il portiere rossoblù è prodigioso in almeno tre circostanze su Ranocchia, Milito e Coutinho. Al 91′ l’arbitro Giacomelli non vede un fallo di Astori su Ranocchia all’altezza della lunetta dell’area di rigore rossoblù: sarebbe rigore e secondo giallo per il difensore del Cagliari, ma non per il direttore di gara. Stramaccioni è furente, tanto da essere espulso per proteste. L’ultimo minuto è tutto di Coutinho e Agazzi, con il numero 1 ospite che chiude la porta al giovane brasiliano in due occasioni, per la gioia dei tifosi rossoblù: al triplice fischio di Giacomelli la gioia è tanta per il gruppo di Lopez e Pulga. Si poteva finalmente porre fine al tabù-San Siro, ma l’appuntamento è ancora rinviato. Ora sotto con il Napoli, in un Is Arenas che davvero, finalmente, dovrebbe essere aperto in tutti i settori. Con un Cagliari così, sognare è davvero lecito.

[Francesco Aresu – Fonte: www.tuttocagliari.net]