È stato un Mondiale atipico, almeno per i nostri colori, nettamente disgiunto fra gare singole ed a squadre. Nel primo settore siamo stati mostruosi, andando a infrangere ogni record numerico (mai 4 Ori in gare individuali), lasciando alle altre Nazioni le briciole, come nel Fioretto Uomini, dove abbiamo realizzato un inedito tris, con Andrea Cassarà giunto finalmente alla consacrazione, meraviglioso Oro davanti ai connazionali Aspromonte ed Avola (di Modica, Sicilia). Attestazioni di imperiosità si sarebbero poi registrate anche nella Sciabola, col primo titolo iridato del genio folle Aldo Montano (32 anni), arrivato, ed era ora, a raccogliere in pieno i frutti del suo talento, dopo vicissitudini a non finire (susseguitesi all’indomani dell’Oro di Atene 2004) che ne avevano messo in dubbio persino la continuazione di carriera. Specialità in cui l’eterno Tarantino ha raccolto, a quasi 39 primavere, l’ennesima medaglia, bronzo.
Oro assolutamente inatteso per il semisconosciuto Paolo Pizzo (27 anni), nella Spada, nella sua Catania, per quella che a tutti è sembrata un’autentica favola sportiva, specie per chi da ragazzino ha dovuto sottoporsi ad un intervento al cervello per un tumore!! Ma l’apice della gloria rimane lo strepitoso successo della immarcescibile Valentina Vezzali, giunta al 6° Titolo individuale, per quella che rimane la più grande atleta all time. Ma se in ambito individuale sono piovute soddisfazioni, non altrettanto si può dire del settore a squadre, dove abbiamo scialacquato il patrimonio di zecchini d’Oro, rimediando delusioni su delusioni, specie nel Fioretto Uomini (5°), dove sulla carta non avremmo duvuto avere problemi nel replicare il trionfo dell’individuale. Cocente delusione anche per la Sciabola (comunque Bronzo), Spada donne (Bronzo) e Fioretto Femminile, “solo” Argento, con la Vezzali che in Finale cozzerà contro lo scoglio russo.
E sarà proprio la Russia che metterà quasi a repentaglio il primato azzurro nel medagliere, costruito nelle gare individuali… Alla resa dei conti rimane comunque un Mondiale storico, eguagliando il record di 11 medaglie ottenuto a Il Cairo nel ’49. Non rimane che decidere se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Forse è il caso di non pensare a quello che sarebbe potuto essere e non è stato, ma semplicemente a quello che è stato, ed è stato in realtà un gran Mondiale, da annoverare fra le rassegne più felici, che certifica l’auge del nostro movimento schermistico.