Zitti tutti, signori. Torna a parlare Josè Mourinho, e lo fa con la sua solita voglia di caricarsi di responsabilità. Parole a tutto campo quelle che arrivano dalla Spagna, e che riportano tutti i principali quotidiani. Innanzitutto, c’è da difendersi dal primo pareggio contro il Mallorca che ha deluso tutti e Josè controattacca: “Non importa come inizia un’avventura, ma come finisce. All’Inter ho iniziato con un pareggio, al Porto anche, poi ho vinto tutto. Questo lo dico ai superstiziosi, ma è chiarissimo che non sono un ipocrita e volevo vincere la partita. Calma ragazzi, non sono Harry Potter: lui è magico, ma nella realtà la magia non esiste mica. Io alleno il Real Madrid da pochissimo tempo, non abbiamo fatto neanche dieci allenamenti da quando ho la squadra al completo! Comunque ho visto diverse cose positive”.
Poi parla di se stesso, e qui cala il tappeto rosso: “Il mio profilo di allenatore è diverso da quello a cui è stata abituata la gente del Real in questi anni – ha detto Mourinho – . Se le cose dovessero andare male qui e sarò costretto ad andare via, state certi che il giorno dopo troverò una squadra. Non squadre di basso livello, ma un altro club tra i migliori al mondo. Questa stabilità mi consente di dire che sono io la persona ideale per rilanciare il Real Madrid, perchè non ho paura di niente. Il Real ha bisogno di stabilità e io voglio dargliela, la mia carriera parla da sola. Negli ultimi anni, qui ci sono state molte divergenze, nel susseguirsi delle guide tecniche, ma io voglio costruire un progetto che metta da parte certe divergenze”.
E allora, è inevitabile parlare della sua Inter, che ha lasciato sorprendendo tutti. “Se volevo stare in una situazione tranquilla, vivendo bene e praticamente in paradiso, restavo all’Inter. Campione d’Europa, la squadra che in due anni ha vinto tutto, una squadra che andava a giocarsi il Mondiale per club e due Supercoppe, e un continuo di vita sicuro alla conquista di titoli. Però ho preso la strada più difficile e sono venuto al Real, che necessita di stabilità. Non importa se qui sarò io o altri a portare i titoli, ma c’è bisogno di stabilità”, conclude José.
[Fabrizio Romano – Fonte: www.fcinternews.it]