Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Mirko Valdifiori ha rilasciato alcune dichiarazioni, nel corso della presentazione del nuovo format “Quasi amici”: “Io ho sempre avuto buoni rapporti con i tifosi. A Napoli ho trovato il calore della gente, che riesce a fartelo sentire sempre, anche quando si fa al supermercato o in giro per le strade. Da quando sono qui ho capito quanto sia importante il tifo allo stadio. L’importante comunque è che sia tutto limitato al divertimento, perché il calcio è soprattutto questo.
Dal primo giorno di ritiro abbiamo seguito l’allenatore. Le sensazioni che ho avuto dal gruppo è che c’è grande affiatamento e tutti vogliono raggiungere grandi obiettivi. La strada è ancora lunga, guardiamo partita dopo partita. Sampdoria la svolta? É stato importante non perdere la testa. Nonostante la rimonta la squadra è rimasta unita, ha provato a vincere comunque la gara. Prendere consapevolezza dei propri mezzi ti dà fiducia e può farti fare meglio.
A Napoli ci sono tutti grandi calciatori, entrare a Castelvolturno mi ha fatto un certo effetto. Loro comunque mi hanno messo subito a mio agio e mi hanno aiutato a inserirmi tra tutti quei campioni. Idolo? Da piccolo era Veron, poi giocando a calcio ho preso Pirlo da modello, visto il mio ruolo; è il miglior regista al mondo.
Dualismo con Jorginho? Ben venga, dal momento in cui si è in una grande squadra. Sarri ha sempre detto che io e lui partiamo alla pari. Chi pensava che Valdifiori, arrivato a Napoli, doveva giocare per forza si sbagliava. Io cerco di farmi trovare sempre pronto quando vengo chiamato in causa, il mister guarda al campo. L’idea di gioco è rimasta quella, a prescindere dal modulo. Noi facciamo sempre pressing alto, cerchiamo di recuperare il pallone e verticalizzare il prima possibile: questo è quello che è rimasto. Il nuovo modulo ci dà maggiore solidità e ci permette di fare meglio.
Sarri? Con lui c’è il classico rapporto che ci può essere tra allenatore e giocatore. Anche a Empoli c’è stato un periodo in cui non ho giocato per un po’, ma io ho pensato a lavorare per farmi trovare pronto. E sto facendo così anche qui a Napoli. Fin dal primo giorno di ritiro ha provato a far capire il suo gioco. Benìtez? Ogni allenatore ha le sue idee, Sarri ha delle idee diverse rispetto allo spagnolo e le ha introdotte.
Nazionale? L’esordio è stato un momento indimenticabile, ma so che il raggiungimento della stessa passa dal lavoro fatto a Napoli. Se nei prossimi mesi dovesse arrivare una nuova chiamata ben venga, ma adesso sono concentrato sul Napoli. Conte? É un lavoratore. Per raggiungere grandi risultati bisogna lavorare”.
[Pierpaolo Matrone – Fonte: www.tuttonapoli.net]