Le parole del centrocampista del Venezia, primo giocatore di Serie B a essere risultato positivo al COVID-19.
VENEZIA – Antonio Vacca, centrocampista del Venezia, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb. Queste le sue parole a cominciare dall’esperienza diretta con il virus: “Ho iniziato a sentirmi male dal 13 marzo. Il tampone me lo hanno fatto solo il 26. I sintomi, forti, li ho avuti fino al 20: poi per sei giorni sono stato meglio ma sono risultato comunque positivo. Adesso mi sento bene. Sono entrato nella fase asintomatica da diverso tempo. Il giorno che ho fatto il tampone e sono risultato positivo stavo bene, come ho detto. Nei primi giorni invece ho avuto i sintomi del caso: tosse, febbre, dolore alle ossa. Non mi ero mai sentito così male in vita mia: avevo 38 di febbre ma pensavo di averla molto più alta. Mal di testa, mi scoppiava. E poi ero arrabbiato: non mi veniva fatto il tampone, quando mi è stato fatto stavo bene”.
L’ex Foggia ha, poi, aggiunto: “In quei giorni dove avevo i sintomi, mi sono spaventato. Guardando la televisione, leggendo cosa stava accadendo, stando in casa con dei bambini, strettamente a contatto, ho avuto paura. Sì, ho avuto paura. Poi si è aggiunta la rabbia, se non fosse intervenuto il Venezia non avrei mai fatto forse il tampone. Se l’ho fatto è perché club e dottore si sono adoperati”. Sull’eventuale ripresa ha dichiarato: “Quello che ha espresso ora il direttore è il pensiero mio e di altri ragazzi che ho sentito. Abbiamo paura, il virus è trasmissibile. Andare in giro per l’Italia per giocare con il terrore addosso non mi sembra una cosa giusta da fare. Come dice la società, è giusto non rovinare anche la prossima stagione che verrà. Serve concludere qui il campionato, guardiamo alla salute”.
Infine: “Se mi manca il campo? Fin quando non sono negativo, non posso prender parte agli allenamenti anche individuali. Serviranno visite mediche più dettagliate prima di farlo. Sono fermo. Il campo e lo spogliatoio mi mancano, sì, ma non ci sto pensando. Le priorità sono altre: col bene che voglio ai miei compagni, spero di rivederli tra qualche mese. Ora conta altro, conta che a casa stiano tutti bene”.