Il Torino è atteso dalla difficile trasferta di Castellammare dove troverà una squadra ben organizzata e che sente molto questa partita e oltre tutto avrà l’obbligo di far dimenticare la sconcertante prestazione con il Verona. Mister Ventura per la gara con la Juve Stabia dovrà far fronte ad alcune defezioni a causa di infortuni ed anche al fatto che alcuni giocatori avrebbero bisogno di rifiatare, infatti proprio per questo motivo Iori non è stato convocato, mentre Parisi, vista anche l’indisponibilità di Masiello e Zavagno, dovrà fare un ulteriore sacrificio, ma non è detto che se non per tutta la gara, almeno per uno spezzone, Ogbonna non venga impiegato come esterno basso, così come aveva già fatto Prandelli nella parte finale della gara con gli Usa o lo stesso Ventura nel secondo tempo con il Verona. Questo non è il ruolo naturale di Angelo, però esercitarsi anche in questa posizione per lui sarebbe motivo di crescita e lo renderebbe anche in ottica Nazionale un giocatore più completo.
Surraco, che sta bene, si candida per un posto da titolare e Antenucci potrebbe essere utilizzato part time, sempre nell’ottica di permettere a chi nell’ultimo periodo ha giocato maggiormente di avere un po’ di riposo per ricaricare le batterie in vista della parte finale del campionato. Con i campani Ventura sembra intenzionato a riproporre il solito modulo che da inizio stagione contraddistingue il Torino, salvo che gli avversari all’ultimo non si presentino in campo con qualche accorgimento che induca il mister a modificare l’assetto granata. Nella consueta conferenza stampa che ha preceduto la partenza della squadra Ventura ha chiesto ai giornalisti presenti di non fargli domande né sull’esito della sentenza del giudice sportivo riguardo alla gara con il Padova sulla quale non ha nessun commento da fare, né sul rinnovo del contratto; per il resto è stato molto disponibile ed è apparso un po’ stanco, ma sereno per come i suoi ragazzi affronteranno la partita di domani e soddisfatto del lavoro che è stato svolto in settimana.
“Con il Verona abbiamo subito una serata negativa, altamente negativa sul piano della prestazione e del risultato, però non tale da cancellare sette mesi di lavoro, altrimenti diventerebbe veramente bizzarro tutto quanto. Credo che le risposte del gruppo questa settimana siano state importanti sul piano del lavoro, della partecipazione e della disponibilità reciproca, che è la cosa principale. In questi ultimi tre mesi ogni partita sarà di una delicatezza estrema e oggi come oggi non saprei se è più importante la gara con la Juve Stabia o quella con il Gubbio, perché in ogni partita ci sono tre punti in palio che servono a raggiungere l’obiettivo. Il percorso fin qui fatto è avvenuto attraverso una crescita di valori che ci hanno permesso di essere quasi costantemente in vetta alla classifica e di dare un’immagine diversa dal Torino che è quella non dell’obbligo del risultato, ma della ricerca di un miglioramento continuo senza avere l’ansia di dover a tutti i costi fare risultato, ma forse su questo aspetto dobbiamo ancora lavorare, come su altre cose”.
“Tutti ci auguriamo che domani ci sia una risposta positiva, ma per me era important, dopo una serata come quella di lunedì vedere come la squadra si sarebbe presentata al primo allenamento se con la testa china, la faccia di circostanza, con lo sguardo da condoglianze, con qualcuno che cerca di scappare dal confronto con gli altri oppure una squadra che rientra con grande voglia e determinazione. Tutti gli allenamenti sono stati imperniati con quest’ultimo atteggiamento, per questo sono soddisfatto di quello che è stato fatto questa settimana. Questo è stato un messaggio non forte, fortissimo che hanno dato a loro stessi. Le risposte i giocatori non dovevano darle a me, ma a se stessi per vedere se erano quelli del passato, soprattutto per chi ne aveva uno negativo, oppure se qualcosa stava cambiando e se qualcosa è cambiato. In settimana ho notato di nuovo entusiasmo, voglia di fare, di confrontarsi e di capire, cose che ultimamente erano meno evidenti, vuoi perché avevamo fatto un bel po’ di partite sopra le righe o forse inconsciamente si sono date per scontate alcune cose. Dopo la gara con il Verona potevamo ritrovarci nel passato o proiettarci nel futuro e, parlo ovviamente per gli allenamenti, ci siamo ritrovati nel futuro”.
“L’insidia della gara di domani è che loro aspettano questa partita da una vita, lo stadio sarà tutto esaurito, e credo che sarà da parte della Juve Stabia giocata con grande aggressività e sarà messa sul piano del grande agonismo, che sono poi le caratteristiche di questa squadra oltre ad avere buoni giocatori. E’ una partita obiettivamente difficile, ma come dicevo prima, ormai lo sono tutte. I campi sintetici sono il futuro: quindi giocarci servirà ad abituarci a questo tipo di “terreno”. Non ci sono particolari accorgimenti tattici per domani perché loro saranno undici belve assetate di sangue e quindi chi ha il coraggio di entrare in campo alzi la mano. All’andata è stata una partita difficilissima, ma è stata una delle gare che mi ha gratificato di più, non è stata bella dal punto di vista estetico, cosa impossibile visto che le loro due punte erano venticinque metri nella propria metà campo e quindi vi erano venti giocatori in venticinque metri, eppure, anche se abbiamo rischiato con un errore di Glik in un passaggio all’indietro, abbiamo ricercato sistematicamente la soluzione per scardinare la loro barriera e alla fine è arrivato il gol. Però al di là di questo il Torino era una squadra che stava nascendo, che cercava di fare il proprio gioco, che non le importava se c’erano brusio o lamentele, ed è stata quella la base sulla quale si è costruita questa annata, sperando che sia un ‘annata positiva”.
“In linea di massima domani non ci sarà il 4-3-3, noi giochiamo con il 4-2-4 e i giocatori sono convinti di questo modulo, salvo che la Juve Stabia non cambi modulo. Anche Antenucci, impiegato da esterno non è una possibilità, è un’ottima punta e solo quando eravamo in emergenza è stato utilizzato da esterno, adesso gli esterni stanno recuperando e non c’è più bisogno di sacrifici. Pasquato domani andrà a giocare con la Primavera e Guberti è convocato e giocherà uno spezzone, non so ancora se dall’inizio o nel corso della partita. D’Ambrosio ha un problema al polpaccio, sta meglio, ma giocare su un campo in sintetico potrebbe danneggiarlo, quindi preferisco rinunciare a un giocatore, piuttosto che rischiare che si infortuni. Cercherò di far riposare qualcuno e di far giocare chi ultimamente lo ha fatto meno, non importa chi va in campo parliamo di gruppo e se gruppo è gruppo rimane, c’è in tutti l’identica voglia e la stessa disponibilità. Da parte della Juve Stabia mi spetto una partita diversa da quella dell’andata, loro in casa sono molto aggressivi e hanno grande agonismo. E’ una gara che se non si è preparati mentalmente, oltre a prendere quattro gol, a fare una figuraccia ci si fa anche male”.
“Torino è una piazza un po’ particolare perché è importante e ha una storia alle spalle, ci sono delle abitudini, buone o sbagliate che siano, ma ci sono. Oggi come oggi come si può, non sopravvivere perché suona male, ma come si può essere competitivi soprattutto partendo da ceneri? Si diventa competitivi attraverso un rafforzamento caratteriale, di consapevolezza, di autostima, di conoscenze che dà la possibilità di essere più forti di quelle che sono le problematiche di una città come Torino. Dopo la gara con il Verona ho ringraziato il pubblico perché se lo meritava, ci aveva sostenuti e lo ha fatto poiché credo che abbia apprezzato il lavoro svolto da inizio stagione e per un episodio non ha cancellato tutto, essendo molto più maturo di quanto non si possa pensare e ha dato, applaudendoci, un segnale forte anche ai giocatori. Per questo abbiamo ancora di più la responsabilità e l’obbligo di continuare a dare per raggiungere l’obiettivo”.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]
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