Soddisfatto l’allenatore del Torino per la vittoria sul Sassuolo, anche se invita a tenere i piedi per terra perché mancano due punti per essere certi della A diretta. Questo per Ventura è il campionato dei giocatori e dei tifosi. Il vero Torino per il mister è quello che si è visto nella gara di ieri sera. Alla fine dell’intervista l’allenatore granata si lascia andare ad una battuta sulla sentenza del 18 sul black out di Padova , mentre prima ne aveva fatte con il presidente Cairo sul rinnovo del contratto.
Anche Lei è stato visto in abbigliamento meno impeccabile del solito (così come il presedente Cairo) dopo la partita dove indossava la divisa societaria, si è cambiato vestendo la tuta con la maglia bianca e la felpa granata, vittima di gavettoni nello spogliatoio?
Cairo che dopo la sua intervista si è fermato ad ascoltare quella a Ventura prende la parola.
“Ma come meno impeccabile del solito? È elegantissimo: bianco su granata”.
Poi inizia a parlare Ventura.
“Per uno estremamente depresso come sono io (ride, ndr) direi che ho voluto dare un tocco di allegria, ho cercato di rendermi un pochino più brillante no? e quindi spero che questi colori mi donino. Adesso parlando seriamente, non abbiamo ottenuto ancora niente, ma il passo di ieri sera è stato veramente importante perché non solo abbiamo conquistato tre punti, ma abbiamo battuto una squadra che aveva perso due sole partite in trasferta, una a Verona e l’altra a Pescara, noi ieri oltre ai tre gol abbiamo preso un palo (Vives, ndr) e abbiamo annichilito la partita sul piano tattico e fisico. Tutto ciò è avvenuto esattamente due giorni dopo il dramma (il mister sottolinea la parola con la voce drammatica, ndr) di Pescara, quel dramma che ci aveva cancellato la possibilità di andare in serie A”.
Quanto vi aveva condizionato quel gol preso sullo scadere del primo tempo all’Adriatico?
“No no, il Pescara aveva vinto meritatamente perché noi avevamo fatto una partita sotto tono e quando ci capita si deve avere l’umiltà di dirlo, ma queste sono cose che accadono in serie B. Quello che volevo dire sono due concetti fondamentali: questo è il campionato dei giocatori perché i giocatori hanno sopportato molto più di quello che voi (riferito ai giornalisti, ndr) possiate immaginare e hanno superato momenti di una difficoltà mostruosa; questo è il campionato della società, che però è a parte, e questo è il campionato del pubblico che ha dato la prima risposta quando si diceva di non andare allo stadio e nella prima partita di Coppa Italia sono venuti in quindici-sedici mila e non hanno più smesso di venirci. Lo spettacolo di ieri sera è stato assolutamente straordinario e ho avuto la sensazione che la squadra e il pubblico fossero un tutt’uno. Alla mia prima conferenza stampa mi era stato detto che non c’era più niente e io ho detto che il vero obiettivo non era andare in serie A, ma riaccendere una cellula granata per poter tornare ad essere orgogliosi di essere tifosi del Toro. Io credo che adesso questa cellula sia viva, dobbiamo solo continuare, e da solo mi è difficile, ad innaffiarla. Il secondo concetto è che: dopo aver visto tre giorni fa un buon quaranta per cento della popolazione di Torino festeggiare, sarebbe bello che l’altro sessanta per cento tinteggiasse la città di granata e speriamo di poterlo fare al più presto”.
Come spiega il differente atteggiamento in campo dei giocatori fra sabato e ieri, sembravano due squadre diverse.
“È cambiato che il Pescara non ha fatto un gol al Livorno quint’ultimo in classifica. In serie B a volte tiri, tiri, tiri e noi delle ultime sei partite ne abbiamo vinte cinque e questo significa essere sempre sul pezzo e ci sta anche di toppare una gara per merito della squadra avversaria, questo fa parte del calcio. Il Verona ha pareggiato con l’AlbinoLeffe, il Sassuolo ha preso da noi tre gol e fino a ieri tutte queste squadre erano la meraviglia delle meraviglie, il Verona è venuto qui e ha dato spettacolo e adesso sta cinque punti sotto di noi, mentre noi siamo dalla prima di campionato ai vertici della classifica a Torino e non dalle altre parti dove si sa perfettamente che il discorso è leggermente diverso. I colleghi di Pescara mi dicevano che avevano subito quattro sconfitte consecutive, domandiamoci se questo fosse avvenuto qui e se avessimo potuto presentarci in campo. Torino è una piazza importante e quindi con difficoltà diverse rispetto alle altre città. Il Torino è una squadra che è in testa dall’inizio e quindi ci può stare un inciampo, ma la risposta è quella di ieri sera, la risposta di una squadra che sembrava stanca, qualcuno dopo aver visto la partita con il Sassuolo può dire che il Torino è una squadra stanca? Dopo Pescara i giocatori sembravano demotivati, ieri lo sono stati? Sembravano ormai in crisi morale e psicologica, quelli di ieri sera sono giocatori in crisi? Quello di ieri sera è il Torino”.
Il forfait di Di Cesare all’ultimo minuto è sembrato non mettere in imbarazzo nessuno.
“Questo è la conferma, come il discorso di Guberti lo abbiamo perso per sette mesi, ma sembrava la normalità, ieri abbiamo perso Bianchi dopo dieci minuti e Di Cesare che era il terzo centrale che ci mancava perché non avevamo neanche Glik e Pratali e Darmian ha disputato la sua prima partita da centrale, però questo è solo lo spirito che abbiamo creato all’interno del gruppo dove non c’è più l’io bensì il noi. Ieri ha giocato il Torino non Paolo o Francesco, ha giocato il Torino e lo ha fatto da Torino. Questo era quello che volevano i tifosi del Torino e questo è quello che gli abbiamo dato”.
Che problemi hanno Di Cesare e Bianchi?
“Bianchi ha sentito tirare il flessore, oggi starà a riposo e domani farà gli accertamenti. Per Di Cesare stesso discorso, durante il riscaldamento ha sentito una contrattura”.
Sembra che ci sia anche la voglia di vincere il campionato e di alzare una coppa al cielo (coppa Ali della Vittoria) e pare che si possa farlo con una giornata d’anticipo.
“È difficile perché non ci sono mai riuscito alla penultima, ma sempre all’ultima”.
Ma c’è sempre una prima volta.
“Infatti, io spero di riuscirci. Il presidente dice non accetto l’ultima e voglio la penultima e io cerco di farlo felice, nella speranza sempre che poi si ricordi …… (risate generali anche del presidente Cairo che era rimasto accanto a Ventura, ndr). Vediamo sembra che abbiamo vinto qualche cosa e in realtà non abbiamo vinto niente, era giusto che i giocatori avessero mezz’ora di gioia e oggi riprendiamo ad allenarci perché abbiamo domenica una partita, facile o difficile dipenderà molto da noi, però abbiamo voglia di farla”.
C’è la possibilità che la gara con il Modena venga spostata per questioni di ordine pubblico (alla sera ci sarà la finale di Coppa Italia fra Juventus e Napoli), i giocatori sono in grado di giocare eventualmente sabato o preferireste scendere in campo in posticipo lunedì?
“Diventa difficile fare un commento su una cosa che è solo ipotetica e su cui non c’è ancora nessuna ufficialità. Può darsi anche che il 18 (verrà discusso alle ore 10 il ricorso presso l’Alta Colte del Coni, presieduta da Riccardo Chieppa, presentato dal Torino Fc contro la Figc sulla vicenda del black out della partita d’andata con il Padova con i tre punti prima assegnati al Padova poi al Torino e di nuovo al Padova nei precedenti gradi di giudizio, ndr) ci sia una sentenza che ci tolga tutti i pensieri, mai dire mai”.
Tra il rigore non dato a Varese e i tre punti con il Padova il campionato per il Torino sarebbe già stravinto.
“I campionati non si stravincono mai, si vincono e per farlo bisogna fare un punto in più degli altri e a noi ne mancano due per avere serenità e certezze e quindi lavoriamo per questo”.
[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]