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Ventura: “Una gara che ha molto da insegnarci”

Queste partite ci servono per incamerare esperienza. Strada facendo di punti ne andremo a prendere su tutti i campi. Soddisfazione per ciò che si è creato: sei-sette situazioni clamorose di possibilità di ultimo passaggio che se fatte senza errore avrebbero messo l’uomo davanti al portiere. Oggi era scritto che il Torino non doveva vincere e lo accettiamo, non è un problema.

Dalla sconfitta con l’Inter si può trarre la lezione che è possibile giocare anche abbastanza bene, ma se non si segna non s’incamerano punti?
“Ci sono mille considerazioni da fare, questa è una partita che andrà analizzata e ci servirà a fare un sacco si riflessioni e ci insegnerà molto. Sono soddisfatto tranne che del risultato perché se avessimo pareggiato nessuno avrebbe avuto niente da ridire. Sono soddisfatto perché al di là della punizione di Sneijder abbiamo concesso due tiri, di cui uno casuale quello del gol di Milito e il secondo in occasione della rete di Cassano, questi sono stati gli unici due tiri nello specchio della porta che ha fatto l’Inter. Questo c’insegna che in serie a non si può concedere neppure quello. Sono soddisfatto perché abbiamo avuto la possibilità di pareggiare in più occasioni, anche se non ci siamo riusciti. Sono soprattutto soddisfatto per quello che abbiamo costruito perché al di là dell’azione di Meggiorini davanti al portiere, quella di Bianchi, quella di Sgrigna e company abbiamo avuto almeno sei-sette situazioni clamorose di possibilità di ultimo passaggio che se fatte senza errore avrebbero messo l’uomo davanti al portiere e questo significa quello che avremo potuto fare e non abbiamo fatto. La mia soddisfazione deriva anche dal fatto che per alcuni momenti, per una ventina di minuti nel secondo tempo, siamo stati padroni del campo ed entravamo da tutte le posizioni e quindi vuol dire che piano piano ci siamo tolti quel pizzico di ansia che c’era in qualcuno poiché era la prima volta che incontrava l’Inter, ed era diversa dall’ansia che c’era con il Pescara. Motivo di soddisfazione l’aver rivisto ventiseimila persone allo stadio che ringrazio pubblicamente a nome della squadra e mio perché penso che non siano solo venuti perché si giocava con l’Inter, ma perché avevano voglia di Toro e spero che ieri sera si sia ufficializzato il connubio fra il pubblico e la squadra. Lo avevo detto prima della partita e lo ridico: i giocatori sono orgogliosi di un pubblico così e spero che strada facendo che questo pubblico sarà orgoglioso di questa squadra che cercherà di giocare tutte le partite. La partita di ieri sera ha detto che se vogliamo possiamo giocarcela con tutti se si creano come abbiamo fatto situazioni da gol. I giocatori avranno il rammarico per il risultato, ma quando rivedranno quello che hanno costruito avranno un rammarico ancora maggiore perché adesso non si rendono conto, però in occasione di quelle sei-sette palle gol bastava il passaggio in verticale anziché quello in orizzontale e ci saremmo presentati sei-sette volte davanti al loro portiere, poi magari non si sarebbe fatto gol, questo è un altro discorso. Ecco perché non posso essere soddisfatto del risultato, ma questo nel calcio bisogna saperlo accettare. L’Inter è stata brava: ha fatto due tiri e due gol, ha vinto ed è finita qua”.

Tatticamente si aspettava l’Inter così disposta in campo?
“Non mi aspettavo l’inizio dell’azione a tre come si sono messi, infatti, abbiamo impiegato un quarto d’ora a pareggiare la disposizione in campo. Dopo i primi cinque-dieci minuti, dove avevamo iniziato abbastanza bene, loro si sono messi a tre e siamo dovuti rinculare fino a metà campo fino a quando non abbiamo deciso di pareggiare e quando siamo riusciti a farlo abbiamo sofferto poco e niente. Del resto se non hanno mai fatto un tiro in porta vuol dire che non li abbiamo sofferti. E’ chiaro però che questo ci ha un po’ limitati perché non potevamo dare intensità di riconquista e quindi sotto quest’aspetto chi aveva negli occhi l’intensità di riconquista della partita con il Pescara si sarà chiesto il perché non è accaduto con l’Inter e non è accaduto per il motivo che ho detto. E’ motivo di orgoglio per i miei giocatori se per la prima volta da quando Stramaccioni allena l’Inter ha cambiato modulo e si è adattato al Torino. L’Inter che si adatta a una neo-promossa credo che sia motivo di gratificazione perché vuol dire che temeva quello che noi facciamo. Sotto quest’aspetto è un ulteriore tra virgolette fatto positivo. Di negativo purtroppo c’è il risultato che dobbiamo imparare perché non possiamo pensare di non perdere mai. E’ stata una serata e una partita che, seduti con calma e lucidità, se si analizza e si fanno delle riflessioni in varie direzioni può essere una serata importante”.

Per la sua esperienza, il gol di Cassano poteva essere evitato se fosse stato marcato più da vicino?
“Sono stati fatti due veli e la palla è passata in mezzo a quattro persone e non è arrivata pulita a Cassano c’è stata anche un minimo di casualità ed è accaduta a sette minuti dalla fine, chiaramente questo gol ha chiuso la partita. Di solito Meggiorini dalla posizione dalla quale ha tirato non sbaglia una palla incrociando la porta, così come bastava che Bianchi non la prendesse benissimo e avrebbero fatto gol. E’ stata una serrata di quelle scritte così e va accettata per quello che è stata. L’avevo detto alla vigilia della partita, che avrei accettato una non vittoria, perché parlavo di pareggio, a fronte di una prestazione importante e quindi accetto quello che è avvenuto poiché abbiamo giocato con personalità, è vero che qualcuno ha giocato con un po’ di ansia bruciando energie nervose prima, però credo che ci siano tutti i presupposti per proseguire. Non è una vittoria alla terza, quarta o quinta di campionato che conta per noi, quello che conta veramente è la consapevolezza di quello che si è e di quello che si sta facendo per continuare a diventare. Queste partite ci servono per incamerare esperienza e poi se si ha fortuna e gira bene si fa anche risultato. Strada facendo, secondo me, di punti ne andremo a prendere su tutti i campi”.

Si può dire che a questo punto il Torino ha fatto dieci passi avanti?
“Il Torino ha sicuramente fatto dei passi avanti, però c’era un po’ di ansia che se riusciremo a eliminare ci permetterà di farne ancora di passi avanti”.

La prossima gara sarà con la Sampdoria, non c’è un po’ di amarezza nel vedere i blucerchiati dai quali l’anno scorso avevate sedici punti di vantaggio a punteggio pieno?
“Ho visto la partita della Sampdoria con il Pescara (blucerchiati vittoriosi in trasferta per tre a due, ndr) e gli abruzzesi potevano segnare anche altre reti avendo colpito due volte la traversa a portiere battuto e la Sampdoria al primo tiro a fatto gol e al secondo pure. Noi stiamo creando i presupposti per ritornare a essere il Torino e parliamo di programmazione che non significa solo programmazione tecnico-tattica, società, ma anche ambiente e dobbiamo crescere sotto quest’aspetto e vedere le cose in maniera leggermente diversa per quello che noi siamo e per quello che vogliamo diventare. Questo è un gruppo che ha uno zoccolo duro che ha voglia di fare. Dopo la partita i giocatori erano dispiaciuti per non aver fatto risultato, ma credo che ci sia stato spettacolo e il pubblico ha capito che noi volevamo dargli emozioni e forse magari in alcuni momenti gliele abbiamo anche date. Se avesse fatto gol Bianchi in un’azione con tre passaggi tutti al volo sarebbe stata una cosa che si vede poco in serie A. Oggi era scritto che non doveva essere così e lo accettiamo, non è un problema”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

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