Ventura: “Voglio ridare una cellula vivente al Toro”

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Il Torino guarda avanti dopo aver fallito la stagione appena conclusa. Oggi infatti c’è stata la conferenza stampa di presentazione del nuovo mister: Giampiero Ventura. La prima sensazione è quella che ci sia molta sintonia con Cairo, i due si sono presentati con delle pacche sulle spalle reciproche, che in precedenza non s’erano mai viste. Il tecnico genovese, di origine piemontese, sembra più un professore o un anchorman dalla voce calda e suadente, dotato di una dialettica formidabile e di un buon umorismo, che non guasta di fronte ai pochi sorrisi e al tono soporifero di Lerda.

Ventura ha ascoltato le parole del presidente che ha ricordato tutto quello che non ha funzionato nella scorsa stagione, alla fine ha commentato laconicamente: “Sì, si ha l’impressione che l’anno scorso molte cose non siano andate per il verso giusto. L’ho constatato guardando Torino-Padova, dove ero presente all’Olimpico. Dopo dieci minuti si è capito che se fossero scesi in campo i fratelli dei giocatori del Padova avrebbero vinto. C’era un macigno enorme che gravava sul capo dei giocatori granata. Ma quello che mi ha colpito sono stati i tifosi, il loro amore, la loro sofferenza e tutte le parole che ho sentito in tribuna. Qui ho capito quanta voglia ci sia al Torino per tornare dove merita. Il mio compito? Ovvio, riportare la squadra in A, ma attenzione, non serve solo questo, vorrei ridare una cellula vivente al Toro, per farlo tornare quello che era”.

E’ chiaro che una bella sfida attende Ventura, può andare bene come male, ma se ci riesce diventerebbe subito un mago: “Nel momento in cui dovessi riuscire a centrare l’obiettivo e vincere dove gli altri hanno fallito, sarebbe un bel traguardo, una bella sfida che mi carica. Sono un tipo che parla molto, ma nel calcio le parole contano poco, ci vogliono i risultati. Quello che fai è figlio di quello che programmi. So che bisogna ricostruire la squadra quasi al completo, ma comunque una base c’è. Bisogna creare un gruppo per vincere. Finora ho ricevuto sempre molti complimenti sul fatto che le mia squadre applicano il miglior calcio, spero che si possa dire la stessa cosa anche qui al Torino. Ci vogliono le basi tecniche, ma bisogna trasformare soprattutto la rabbia in gioia, questo sarebbe già un successo”.

Il mister ha poi proseguito: “Occorre creare una squadra che si diverta in campo per far gioire anche il pubblico. In questo momento ho l’obbligo di portare il Torino in A, per cui, più che parlare di progetto, bisogna fare qualcosa di concreto. Cosa vuol dire la mia libidine? Ho usato una parola sessuale da applicare anche al calcio, ovvero mi piace eccitarmi al gioco, vedere la palla che frulla in una certa maniera, così si raggiunge il piacere, come quando i giocatori mi vengono a dire che sono spiaciuti che è finita la partita perchè si stavano divertendo. Un’altra gratificazione è portare tanta gente allo stadio. Ad un bambino dirie di abbonarsi perchè portare il Toro in A è libidine pura. Poi è chiaro, dietro c’è tanto lavoro da fare ed i miei collaboratori (presenti alla conferenza, ndr) sanno quanto sia pignolo e stia in campo tante ore a provare”.

Che tipo di giocatori vuole Ventura? “Chi veste la maglia del Torino deve saperla portare bene, qui c’è anche molta pressione. Io vorrei avere un buon rapporto in questo ambiente. Mio padre era piemontese, ho vissuto il Torino di anni fa perchè leggevo sempre tutta la sua storia attraverso i giornali locali. Ma oggi, ci tengo a ribadirlo, è difficile realizzare un Torino come all’epoca. Se a quei tempi era il Toro a forgiare i giocatori, adesso è il contrario, perchè è cambiato il calcio. Vorrei portare i nuovi giocatori al Museo, è importante per capire che maglia indossano”.

A livello logistico Ventura ha aggiunto: “E’ mia intenzione portare la squadra in giro per il Piemonte a fare delle partite amichevoli il mercoledì. Sicuramente ci saranno le porte aperte lungo la settimana agli allenamenti, ma saranno chiuse il giovedì ed il venerdì, per ovvi motivi. Se si provano gli schemi non è giusto dare dei riferimenti agli avversari ed in mezzo alla gente c’è sempre qualcuno ad osservare per conto delle avversarie”.

Infine una battuta, che però è importante, sui giocatori dell’attuale rosa: “Tra quelli che ci sono che avrei voluto già allenare in precedenza ce n’è uno: Ogbonna”. Della serie, consigli a Cairo e Petrachi sul mercato e, viste le pacche sulla schiena, c’è da credere che Ventura dirà la sua sugli acquisti e le cessioni.

[Marina Beccuti – Fonte: www.torinogranata.it]