Fascino e storia di scena al “Bentegodi”. Atto secondo. Dopo la prestigiosa sfida contro la Sampdoria nel turno infrasettimanale, sarà il Toro, domenica pomeriggio, a far visita all’Hellas Verona, neopromossa quest’anno. Le due compagini si sono incontrate sessantacinque volte, tra serie A e serie B. Malgrado la rivalità mai celata tra le due società, come non rievocare quell’avvincente cavalcata del 1985. L’anno del primo ed unico scudetto gialloblu targato Bagnoli davanti alla superba corazzata di Radice. Ma simpatici ricordi evoca la città di Romeo e Giulietta anche per Urbano Cairo. Nella sua prima stagione da presidente, quella della promozione 2005-2006, la squadra di De Biasi raccolse la posta piena con un gol di Stellone.
Da questa trasferta insidiosa, riparte la marcia di consolidamento del primato in classifica per la truppa di Giampiero Ventura. La tappa veronese deve confermare la mentalità vincente mostrata in queste settimane. Il pokerissimo fuori dalle mura amiche potrebbe però dar luogo a voli pindarici, ipotesi non sposata dal tecnico, che sulla panchina scaligera ha vissuto una sfortunata retrocessione in C1 nel 2007. Da esperto della cadetteria, Ventura è perfettamente consapevole della trappola che può innescare un dibattito su un eventuale piano di fuga del Toro. Soprattutto contro un avversario, sino ad ora, mina vagante del torneo, a causa di risultati altalenanti. Con dodici punti all’attivo, il Verona del patron Martinelli ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato in queste prime uscite stagionali. Come le convincenti prestazioni casalinghe contro Padova e i blucerchiati di Atzori, non coronate dai tre punti. Pertanto, l’Hellas è una compagine in salute, vogliosa di dimostrare a casa sua di poter frenare la corsa della prima della classe e candidarsi seriamente a outsider scomoda per la promozione. Sarà una giornata di amarcord per il tecnico Andrea Mandorlini: due stagioni con indosso la maglia granata, a cavallo tra la fine degli anni Settanta e Ottanta. Un trampolino di lancio d’eccellenza per una carriera spesa tra Ascoli, Inter e Udinese. L’ex timoniere di Siena e Sassuolo ha dato un’impronta offensiva alla sua squadra, solitamente a suo agio con il 4-3-3.
Per la miglior difesa del campionato, dunque, massima attenzione va indirizzata al tridente Gomez-D’Alessandro-Bjelanovic, quest’ultimo altro ex della gara, poco rimpianto a Torino dopo la stagione fallimentare 2007-2008. Occhio di riguardo anche a due centrocampisti di qualità a disposizione di Mandorlini, come il greco Tachtsidis, e l’islandese Halfredsson, nuovamente protagonista dopo l’esperienza con la Reggina.
Dopo Sampdoria e Grosseto, Verona rappresenta la terza ed ultima tappa di una settimana da leoni. Questa prova di forza, l’undici di Ventura dovrà affrontarla senza Ogbonna, convocato da Prandelli in Nazionale. Un’assenza che consente a Francesco Pratali di scaldare i motori per un suo probabile debutto da titolare. Tuttavia il tecnico genovese ritrova il sorriso, grazie al rientro di Oduamadi, al recupero di Pagano e all’ottimo momento di Surraco, già beniamino dei tifosi granata. E c’è un Bianchi che scalpita…
[Riccardo Billia – Fonte: www.torinogranata.it]