ROMA – Esattamente 53 anni dopo il trionfo continentale, in quello stesso Stadio Olimpico che consacrò gli Azzurri sul tetto d’Europa, Roberto Mancini è arrivato in sala stampa insieme al capitano Giorgio Chiellini per presentare il tanto atteso esordio a Uefa Euro 2020. Il 10 giugno 1968, battendo la Jugoslavia per 2-0 nella ripetizione della finale (il primo incontro era terminato 0-0 e all’epoca non erano previsti i calci di rigore in caso di parità) la Nazionale guidata da Ferruccio Valcareggi si laureò campione d’Europa per la prima – e finora unica – volta nella storia azzurra.
“È giunto il momento – commenta Mancini – di tornare a dare delle soddisfazioni ai nostri tifosi. Che notte sarà quella della vigilia? Spero di viverne altre insonni più in là, a luglio, quando l’Europeo sarà arrivato alla sua fase conclusiva”.
“Ero fiducioso tre anni fa, quando sono salito sulla panchina dell’Italia, -prosegue il CT- e lo sono ancora di più oggi: abbiamo dalla nostra giocatori bravi e si è creato un bel gruppo. Vorremmo continuare a divertirci e desideriamo arrivare a Londra, per l’ultimo step della competizione: sono molto fiducioso”.
La nota negativa di un percorso di avvicinamento a Uefa Euro 2020 vissuto con entusiasmo e consapevolezza dei propri mezzi è però l’infortunio occorso ieri a Lorenzo Pellegrini, sostituito ufficialmente da Gaetano Castrovilli nella lista dei 26 dopo l’ok definitivo della Uefa: “Dispiace – sottolinea il Ct – perché Pellegrini è un calciatore importante per il nostro gioco, così come lo è Sensi: anche a lui abbiamo dovuto rinunciare. Ci dispiace per Lorenzo, come giocatore e come persona, e l’augurio di tutti noi è che possa guarire in fretta”.
L’esordio nell’Europeo, in un Olimpico che finalmente potrà vedere gli spettatori sugli spalti: “Sarà impossibile non emozionarsi. In campo sarà una partita difficile, come tutte” sottolinea Mancini, che poi aggiunge: “Essendo la prima ci sarà più pressione e il nostro rispetto per la Turchia è massimo, perché ha molti giocatori di talento”.
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