Sono stati ospiti Lorenzo Bernardi, Franco Bertoli, Fabio Vullo, tre icone del volley modenese per complessivi 15 scudetti
MODENA – Volley, ricordi e aneddoti ieri sera al Volley Talk condotto da Massimo Salmaso, giornalista innamorato della pallavolo e della sua storia. Ai Giardini Ducali di Modena sono stati ospiti Lorenzo Bernardi, Franco Bertoli, Fabio Vullo, tre icone del volley modenese per complessivi 15 scudetti: 4 Bernardi, 5 Vullo e 6 Bertoli; insieme a loro Marco Meoni, alzatore azzurro che vive negli USA da qualche anno per educare i più giovani attraverso la pallavolo.
Il Volley Talk si è aperto coi saluti dell’Assessora con deleghe Istruzione, Formazione professionale, Sport, Pari opportunità del Comune di Modena Grazia Baracchi: “E’ un piacere e un onore ospitare questi campioni che hanno emozionato la nostra città. Qui il volley è vissuto e conosciuto da tutta la città, vederli qui mi emoziona e ospitarli in questa bella location sia un piacere per tutti”.
È salito sul palco anche Silvano Brusori, Presidente FIPAV Comitato Regionale Emilia Romagna: “Questi campioni e le loro imprese io me li ricordo bene, li ho vissuti in diretta e ho ricordi bellissimi. Questo è un periodo intenso per il nostro comitato; in avvicinamento alla gara del 28 agosto a Bologna abbiamo organizzato tanti eventi nella nostra Regione: siamo stati a Zocca, a Bologna e stasera concludiamo qui a Modena. Mi auguro di vedere un palasport pieno di gente e di entusiasmo”.
Ha poi preso la parola Alessandro Clò, Presidente Comitato Territoriale FIPAV Modena: “Ringrazio la Federazione per aver scelto Modena come sede di questo appuntamento e ringrazio anche il Comune di Modena per essere sempre al nostro fianco. Questi ragazzi mi emozionano, io ero sugli spalti a tifare per loro e oggi ascoltarli è doppiamente emozionante per me”.
Il Volley Talk è partito da lontano per arrivare ai giorni nostri, vivendo i successi insieme a chi, di quei successi, è stato l’artefice. I protagonisti hanno raccontato le loro esperienze dirette, dalle Olimpiadi di Los Angeles ai successi Mondiali ed Europei della Generazione di Fenomeni, per arrivare fino ai giorni nostri con l’oro europeo e mondiale dell’Italia di Ferdinando De Giorgi, che di quella generazione ha fatto parte.
Il 31 marzo 1946 a Bologna nasce la Federazione Italiana Pallavolo ed è anche il primo giorno in cui in Italia votano le donne; 310 tesserati, 67 società, 38 arbitri e nessun allenatore.
Nel 1948 viene organizzato proprio in Italia il primo campionato Europeo, esattamente al Foro Italico a Roma. Vince la Cecoslovacchia – “l’unica squadra che schiacciava” – come dichiara il telecronista del filmato.
Arriva il 1978, è l’anno di Grease, in tv c’era Happy Days ed è l’anno in cui l’Italia scopre la pallavolo perché in Italia per la prima volta si organizzano i Mondiali e gli Azzurri vincono l’argento: in semifinale giocarono contro i cubani e Pittera dichiarò prima di quella gara che per batterli 2+2 avrebbe dovuto fare 5. E lo fece: l’Italia arrivò in finale e lì nacque il Gabbiano d’Argento.
Nel 1978 Fabio Vullo a tredici anni e mezzo (è nato nel 1964) esordisce in serie A. Nel 1984, da ripescata a seguito del boicottaggio del blocco sovietico ai Giochi di Los Angeles, l’Italia partecipa alle Olimpiadi e vince la medaglia di bronzo, giocando ancora con il doppio palleggiatore, mentre gli USA di Doug Beal cambiarono il modo di giocare creando la specializzazione dei ruoli e ricevendo con due soliti atleti. Vinsero l’oro nel 1984 e bissarono il successo olimpico nel 1988 a Seoul.
Il Volley Talk è proseguito con una lunga disamina sull’eliminazione ai quarti di finale ad opera dell’Olanda ai Giochi Olimpici di Barcellona ‘92; dalle parole di Bernardi e di Vullo è emerso che l’oro olimpico era diventato un’ossessione, un obbligo che il mondo sportivo dava per scontato e che in realtà è risultato essere un peso per i giocatori.
Si è approfondito il rapporto non semplice con la Nazionale di Fabio Vullo che ha sottolineato che forse sia lui che Velasco si sono ritrovati spinti dall’esterno a dover stare insieme “per forza” e questo non ha aiutato né loro né la squadra. “Io sono davvero dispiaciuto di non aver fatto parte della Generazione di Fenomeni” ha confessato con rammarico “ma nonostante ciò sono onorato di aver vestito la Maglia Azzurra; in casa mia quando c’è l’inno ci si alza in piedi, è un privilegio far parte di una Nazionale e indossare la Maglia che va sempre onorata e rispettata”.
Tutti hanno evidenziato che la partecipazione a una Olimpiade non è scontata e l’Italia oramai da tanto tempo partecipa con le sue Nazionali e quest’anno abbiamo un appuntamento importante dopo gli Europei, le qualificazioni olimpiche.
Dal racconto azzurro emergono alcuni aneddoti: Bernardi si ricorda che a Modena nel 1986 ha cambiato ruolo perché a palleggiare era arrivato Fabio Vullo “così mi sono messo a schiacciare”; Vullo si ricorda di un ragazzo di 20 anni che si allenava prima degli altri e finiva dopo gli altri, era proprio l’instancabile Lorenzo ma tutti concordano che il cambio ruolo di Lorenzo sia stato molto positivo per lui ma soprattutto per l’Italia.
Meoni guardando i filmati di tante vittorie ricorda che “dietro questi successi ci sono percorsi lunghi e momenti difficili, che ti fanno crescere, ma non è sempre stato facile”.
Franco Bertoli ha portato la sua maglia n. 4 della Panini che per un certo periodo venne anche ritirata. Ricorda i tempi di Torino e il suo arrivo a Modena dove ha messo le radici e si definisce cittadino modenese a tutti gli effetti. “Nella vita oltre alle soddisfazioni sul campo mi è sempre piaciuto sperimentare. A Modena ho rivestito multi ruoli e credo che sia importante mettersi in gioco e sperimentare per apprendere sempre nuove cose e lasciare ai giovani qualcosa di positivo”.
Il Volley Talk si inserisce nell’agenda dei numerosi eventi realizzati grazie all’accordo in essere tra la Regione Emilia Romagna e la Federazione Italiana Pallavolo.