Ad oggi, 19 agosto, a 12 giorni dalla conclusione del mercato, non è neanche chiaro quale sarà il futuro di Eto’o, l’unico attaccante in grado di fare la differenza per l’Inter la scorsa stagione. Di certo sarà addio, anche se alla fine saltasse l’accordo con l’Anzhi per questioni economiche: improbabile proseguire un rapporto che, a parole, è stato ormai interrotto pubblicamente. Via il camerunese, però, serve un sostituto, perché a Bari la squadra ha sofferto nel gioco d’attacco, con Pandev e Alvarez fuori forma e Castaignos volenteroso, ma ancora acerbo. Milito e Pazzini, da soli, non bastano a tenere l’Inter in alta quota, servono nuovi volti e la società ne è consapevole.
Inoltre, tatticamente, l’Inter non ha ancora un’identità e sono troppi gli enigmi che ha palesato. In tutta sincerità, non sono mai stato in grado di capire che tipo di modulo abbia presentato Gasperini, perché i giocatori si spostavano continuamente senza mantenere una posizione ben precisa. Utile di certo a confondere le idee all’avversario, ma quando sono i nerazzurri i primi a non saper cosa fare la situazione è preoccupante. Ripeto, comunque, che è presto per sputare sentenze, perché all’inizio è sempre difficile quando inizia un nuovo corso e, va sottolineato, la rosa è incompleta. Palla dunque alla dirigenza, perché Gasp va aiutato, non abbandonato a sé stesso e quindi a destino segnato. Lui però dovrà trovare una collocazione a Sneijder, che Moratti ha confermato preferendo rinunciare a Eto’o. Sicuramente il tecnico di Grugliasco non si sta strappando i capelli per l’addio dell’africano (poco incline al sacrificio che Gasp chiede a tutti), ma altrettanto certamente più di un pensiero sull’impiego dell’olandese lo sta perseguitando.
Ieri ho visto uno Sneijder diverso dal solito: attento a mantenere la posizione, non ha giocato con l’abituale entusiasmo che lo contraddistingue, una chiara conseguenza dell’allontanamento dalla porta. Limite che Gasperini sembra intenzionato a risolvere, bisogna capire però in che modo. Intanto abbiamo vinto e possiamo esserne soddisfatti, soprattutto perché in corsa c’erano anche Milan e Juventus, avversari che meritano rispetto nonostante l’ampio uso delle seconde linee. È sempre una questione di abitudine: quella alla vittoria non va mai smarrita, neanche in un Trofeo Tim.
[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]
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