In questo periodo ci capita spesso di riflettere e arriviamo alla considerazione che peggio di così non si potrebbe andare, che ne abbiamo viste di tutti i colori in questa maledetta stagione, il fondo del barile è stato raschiato e possiamo soltanto andare meglio. Ogni giorno che passa siamo però costretti a fare i conti con la realtà, cruda, crudele, capace di fare così male e talmente palese da non poter essere ignorata. Qualcuno, né i tifosi né noi di Sampdorianews.net, ci ha provato, ma è il campo a parlare e i risultati sono pessimi e sotto gli occhi di tutti.
Dopo l’imbarazzante prestazione con il Cesena e la sconfitta di Catania, non usciamo con un punto nemmeno oggi, nonostante avessimo dinanzi una compagine come noi in netta difficoltà, il Parma, che ha la fortuna di beccare sempre la Sampdoria quando è in astinenza da vittorie da tempo immemore. È capitato nel ritorno dell’anno scorso, è successo in questo campionato, sia all’andata, che al ritorno, e, come nella passata stagione, è Zaccardo il match-winner, un goal che ci fa restare dove non ci saremmo mai immaginati. Oggi Cavasin, al debutto casalingo, passa alla difesa a 4 con Martinez sull’esterno sinistro, il rientro di Gastaldello, mentre Ziegler viene spostato a centrocampo, Guberti vince il ballottaggio con Biabiany che va in panchina assieme a Macheda, ma la partita dell’ex giallorosso, per una botta subita alla schiena, dura soltanto 20’. Cavasin lo aggiunge alla lunga lista degli indisponibili, già formata dai vari Semioli, Pozzi e Palombo, al suo posto dentro Macheda, Samp a 2 punte.
Il Parma, con Giovinco in appoggio ad Amauri, è corto e ben messo in campo, a centrocampo i vari Morrone e Dzemaili devono fare i conti con Poli e Dessena e con l’infortunio di Palladino sostituito da Candreva, nel cuore della mediana si assiste ad un’infinita lotta, agonisticamente corretta ma senza soste, la partita è inguardabile, la posta in palio è troppo alta, nessuno vuole correre rischi. Gli unici guizzi offensivi arrivano da palle da fermo: i gialloblu ci provano con i colpi di testa di Paletta e Amauri, ma la sfera, con Curci battuto, termina fortunatamente sul fondo. Nonostante l’ingresso della seconda punta, il gioco latita, le idee sono annebbiate, la fantasia è un triste ricordo, fatichiamo dannatamente perfino a concludere: ci prova Mannini al 34’ senza inquadrare però lo specchio della porta. Sembra un’inversione di tendenza e invece 1’ più tardi rischiamo grosso con Gobbi che taglia a fette la nostra difesa con un’incursione sulla sinistra, conclusione a botta sicura, Curci salva la baracca, ma non trattiene la sfera, ci pensa Gastaldello ad anticipare l’accorrente Amauri. Prima dell’intervallo assistiamo finalmente ad una triangolazione tra Maccarone e Macheda, ma il giovane di proprietà del Manchester United viene anticipato da Paletta sul più bello.
Nessun cambio nell’intervallo, partiamo come meglio non potremmo, azione avvolgente di Mannini e Ziegler sulle rispettive corsie esterne, terminata con una conclusione da fuori di Poli che sfiora il set. La risposta del Parma non si fa attendere e porta la firma di Amauri, il cui colpo di testa, su cross di Candreva dalla sinistra, non trova il bersaglio grosso per un non nulla. A questo punto sale in cattedra Zaccardo che, prima rischia il clamoroso autogoal sul tiro-cross di Mannini dalla sinistra, poi al 65’ punisce nuovamente la Sampdoria con un colpo di testa su corner battuto da Giovinco, approfittando anche della perdita d’equilibrio di Martinez, uno tra i migliori nella file blucerchiate.
Si rischia il tracollo psicologico e invece, contrariamente al k.o. con il Cesena, la squadra reagisce, Cavasin si gioca la carta della terza punta, dentro Biabiany per Poli: corner di Mannini, Dessena in spaccata a botta sicura, Mirante compie il miracolo negando un goal già fatto, poi per un contatto tra Volta e Candreva in mischia, il direttore di gara concede un penalty a nostro favore al 73’, dal dischetto va Maccarone che calcia clamorosamente alle stelle. Cavasin le prova tutte: dentro Koman proprio al posto di Maccarone, ma, al di là di qualche tentativo da fuori di Mannini e Ziegler, il Parma non corre più pericoli e si porta a casa 3 punti d’oro in chiave salvezza.
Al triplice fischio finale ognuno reagisce a proprio modo: chi fischia, chi continua a cantare, chi se ne va mestamente in silenzio, chi insulta la società. Una cosa è però certa: di questo passo, con un organico stravolto e l’incapacità a buttarla dentro, bisogna fare i conti con una classifica drammatica e capire se siamo ancora in grado di salvarci. Le partite non mancano, gli scontri diretti con Chievo, Lecce, Brescia e Bari sono le ultime chance per non concludere la stagione nel peggiore dei modi.
[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]
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