Zeman-Ventura: sfida nella sfida …

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Sono gli allenatori veterani del calcio italiano Zeman e Ventura ed entrambi hanno idee ben chiare su come devono giocare le loro squadre, c’è chi li ama e chi li vorrebbe vedere in pensione, ma con le loro idee hanno indubbiamente influenzato il modo di giocare a pallone. Zeman è il fautore del gioco d’attacco, Ventura dell’azione che inizia dal portiere e che con il giro palla si sviluppa fino ad arrivare al tiro nella porta degli avversari. Entrambi puntano sui giovani e sanno valorizzare i calciatori che sposano in pieno la loro filosofia del calcio e che lavorano con grande impegno e determinazione in allenamento. Di contro le squadre di Zeman subiscono troppi gol e quelle di Ventura non brillano per reti segnate. Il boemo ha costruito la favola Foggia agli inizi degli anni novanta e il tecnico genovese quella del Bari, coincidenza vuole che entrambi abbiano reso al massimo guidando squadre pugliesi.

Zeman e Ventura non hanno solo fan che li considerano maestri del calcio, ma c’è chi li addita come gli innovatori dei poveri e sostiene la tesi dicendo che sono riusciti a far parlare di loro solo per successi avuti con squadre non avvezze ai vertici della classifica di A: il Foggia l’uno e il Bari l’altro, infatti Zeman alla Lazio prima e alla Roma nel 1997-99 e anche adesso non riesce ad ottenere grandi risultati e Ventura oltre al Bari ha risollevato momentaneamente il Lecce, il Cagliari, il Pisa e adesso lo sta facendo con il Torino. In più sempre i loro detrattori sottolineano che il boemo ha si collezionato 914 panchine di cui 312 in serie A e il genovese 1011, ma solo 136 nella massima divisione, però che nessun presidente di squadre veramente blasonate si è mai sognato di ingaggiarli. Che sia invidia o solo cruda realtà il tempo e soprattutto i risultati lo diranno, anche perché i due “vecchietti” di andare in pensione proprio non ci pensano.

Lunedì sera ci sarà lo scontro diretto fra questi due allenatori, l’anno scorso in B fu gran vittoria all’andata per Ventura (Torino-Pescara 4-2; 38’ Basha (T), 48’ Immobile (P), 53’Vives (T), 64’ e 68’ Sgrigna (T), 92’ Immobile (P)) e al ritorno fu Zeman a prevalere (Pescara-Torino 2-0; 10’ e 47’ Immobile ). Chiaramente non si possono fare paragoni perché Zeman oggi allena la Roma e per di più si gioca in serie A, ma prevedere che sarà una partita aperta sia nel fronteggiarsi in campo sia nel risultato è fin troppo facile anche perché sia la Roma sia il Torino occupano un posto in classifica che dà loro non particolari affanni, settimo posto per i giallorossi e dodicesimo per i granata, ma che al tempo stesso non scongiura difficoltà future. Le cinque sconfitte e i due pareggi della Roma in dodici partite sono un po’ troppi e in più aver perso il derby domenica scorsa ha reso l’ambiente meno incline a continuare a tollerare un andamento altalenante e le frizioni fra il tecnico e De Rossi sono il segnale evidente che qualche insofferenza all’interno dello spogliatoio c’è. Per quel che riguarda il Torino per essere una neo promossa il percorso fin qui compiuto non è male, ma proprio da lunedì inizia un tour de force molto impegnativo e anche se passate in secondo piano, grazie ai pareggi con Lazio e Napoli e alla vittoria con il Bologna nell’ultima partita, rimane sempre che nelle gare in casa con Cagliari e Parma non sono arrivati punti perdendo due occasioni, malgrado ci siano state decisioni arbitrali che hanno fatto discutere, con concorrenti per la salvezza e in più persiste il fatto che si creano tante occasioni per segnare che poi non vengono sufficientemente concretizzate.

La vittoria serve sia a Zeman sia a Ventura, forse di più al boemo, e i due proveranno a ottenerla anche per dimostrare che la propria concezione del calcio è quella giusta, se ci riusciranno però dipenderà non solo dalle loro strategie e decisioni, ma anche molto dai giocatori se seguiranno fino in fondo i loro allenatori.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]